Is 7, 10-14; Lc 1, 26-38
Nel Vangelo vediamo sottolineato il turbamento, l’angoscia di Giuseppe di fronte al mistero.
Sì, è giusto che anche noi ci poniamo di fronte al mistero, perché il Natale è un grande mistero; è giusto che ce lo poniamo ben davanti, senza fuggire, per raggiungere poi la fede di cui è un esempio grande Giuseppe.
Perché il Natale è un mistero? Il mistero dei secoli, di Dio che si fa uomo, di Dio, il Verbo, che unisce la natura divina alla natura umana nell’unica sua persona. Gli uomini avevano ascoltato i profeti e non si erano convertiti, si erano succeduti nel corso degli anni i santi e non avevano avuto chi li seguisse. Ora Iddio compie questo mistero insondabile di carità: Lui stesso viene in mezzo gli uomini, Lui, il Signore, che ha creato i cieli, il Signore, come dice il Salmo, “che tiene nelle sue mani l’abisso”, il Signore, Lui, si fa uno degli uomini, diventa un bambino.
Il mistero del Natale allora è un mistero di potenza: solo Dio, con la sua infinita potenza, poteva realizzare questo miracolo.
E’ un prodigio di sapienza, perché Dio, restando immutabile in se stesso, si fa un uomo soggetto a tutte le nostre miserie, a tutte le nostre passività.
È un mistero soprattutto di amore, perché Iddio non solo perdona, ma vuole essere nostro amico, vuole realizzare quella che la Scrittura chiama l’Alleanza, cioè un’amicizia forte e stretta con l’uomo, perché Dio desidera l’amore degli uomini, il nostro povero amore. Desidera la conversazione con noi, che sappiamo quanto è debole, miserabile, quanto è intrisa di egoismo e di orgoglio.
Dio viene a noi, viene per insegnarci il cammino, viene per condividere le nostre paure e per condividere i nostri limiti.
Ecco il mistero! Ecco noi di fronte al mistero: se saremo ancora così duri da non capire, se saremo così coriacei da resistere; perché l’Amore infinito domanda il nostro amore, Lui offre se stesso, e noi non lo ameremo?
Bisogna arrivare al Natale con il cuore traboccante di amore, bisogna arrivare al Natale con l’anima spalancata e perfettamente sensibile, bisogna arrivare al Natale con la purificazione totale di noi stessi, per essere discepoli validi di amore.
E così il Signore, nella sua potenza manifesta la sua maestà, nella sua sapienza manifesta l’altissima sua ordinazione delle cose; con l’amore manifesta più completamente la sua natura e noi dobbiamo seguirlo, seguirlo per imparare anche noi dove porre la nostra confidenza, dove porre la nostra sapienza e il nostro studio, dove porre la nostra generosa osservanza dei comandamenti, che devono essere solo una risposta di carità.
CODICE | 80NLN01312N |
LUOGO E DATA | Sant'Ilario d'Enza, 20/12/1980 |
OCCASIONE | Omelia, Sabato feria di Avvento - Novena di Natale – VI giorno - anno A |
DESTINATARIO | Comunità Parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | Il mistero del Natale, l’amore |
© 2022 Movimento Familiaris Consortio | Via Franchetti, 2 42020 Borzano (RE) | info@familiarisconsortio.org |Privacy Policy | COOKIE POLICY | SITEMAP | CREDITS