20/12/1979 - Omelia Feria Avv Novena Natale 6

Sant'Ilario d'Enza, 20/12/1979
Omelia, Giovedì III settimana Tempo di Avvento - Anno C - Novena di Natale, VI giorno

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Is 7, 10-14; Lc 1, 26-38

La Vergine santissima è un esempio meraviglioso: l’esempio di totale disponibilità alla grazia di Dio, a quella grazia che ci conduce, ci educa, ci fortifica.

Giustamente la Chiesa ha visto nelle parole della Madonna la sua volontà di restare in una consacrazione verginale e totale al Signore, per cui avrebbe rinunciato alla grande dignità di Madre di Dio, se avesse dovuto rinunciare a questo dono di consacrazione. “Non temere Maria, perché hai trovato grazia presso Dio” (Lc 1, 30). Ecco, la risposta: Maria conserverà la sua verginità e sarà Madre, Madre meravigliosa del Figlio dell’Altissimo.

E’ giusta perciò un’ammirazione sconfinata di Lei, che ha amato così tanto la sua consacrazione. E ognuno di noi è subito richiamato alla propria consacrazione, alla consacrazione battesimale, a quella consacrazione che, indipendentemente dalla vocazione, dalla forma di vocazione, deve fare di noi degli eletti, perché siamo stati chiamati ad essere figli di Dio. E la purezza del nostro cuore, perciò, dev’essere grande, più grande di quella di qualsiasi altro uomo, che non è arrivato ad essere figlio di Dio.

La purezza è allora il senso della dignità, una dignità vissuta, una dignità amata, una dignità che si afferma e cresce nonostante tutti i pericoli.

La purezza è capacità in espansione, capacità di amare, capacità di sentire le cose sante e belle, capacità che, tenendo libero e santo il cuore, lo rende sempre più strumento adatto dell’amore dello Spirito Santo, che riposa e regna nell’anima. La base della purezza di un cristiano è lo Spirito che, riposando nel cuore, continuamente ci dona la grazia, continuamente ci richiama ad essere come Gesù, continuamente ci spinge ad essere santi nell’anima e nel corpo.

Un cristiano ama la purezza allora, perché lo educa nella sua grande chiamata di figlio di Dio e di tempio dello Spirito.

Il cristiano allora ama la propria purezza con tanta gelosia e tanta fortezza.

Il cristiano, per essere puro, sa che deve essere prudente e forte, che se tanto pochi sono i puri e la purezza risplende come ideale meraviglioso, se tanto pochi solo coloro che la conservano intatta, è perché pochi sono i prudenti e vanno avanti con poco criterio e con poco discernimento. E pochi sono i forti, cioè quelli che sanno accettare anche i sacrifici necessari, per conservare questo grande dono di Dio.

La purezza di un cristiano è dono dello Spirito, perché è dono di amore, perché educa all’amore; ma questo dono bisogna saperlo meritare attraverso le rinunce, attraverso le scelte, attraverso quelle penitenze necessarie per tenere noi stessi dominati (continua da appunti) e generosi.

Intercede per noi la Vergine perché siamo fedeli al nostro Battesimo, generosi nelle lotte, nutriti dall’Eucarestia che è il Pane degli Angeli.

CODICE 79NLN01312N
LUOGO E DATA Sant'Ilario d'Enza, 20/12/1979
OCCASIONE Omelia, Giovedì III settimana Tempo di Avvento - Anno C - Novena di Natale, VI giorno
DESTINATARIO Comunità Parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Purezza
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