21/12/1985 - Omelia Feria Avv Novena Natale 7

Sant'Ilario d'Enza, 21/12/1985
Omelia, Sabato Ferie Avvento, Novena Natale - VII giorno

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Ct 2, 8-14; Lc 1, 38-45

La nascita di Giovanni Battista è motivo di profonda gioia, è l’alba che annuncia il giorno. Le promesse di Dio non vengono meno.

Adoriamo la Provvidenza di Dio, che dispone tutte le cose con fortezza e soavità. Adoriamo la Provvidenza di Dio, perché anche per noi non ha perduto la potenza, non ha perduto la soavità, anche per noi è ben presente, anche per noi ci sollecita alla confidenza e all’abbandono.

Quante volte la tentazione si presenta a noi come noi fossimo soli, come la nostra preghiera cadesse nel vuoto, come i cieli fossero chiusi. Sappiamo invece che nessuna preghiera cade a vuoto, che la Provvidenza di Dio ha dei confini molto vasti, molto grandi, più meravigliosi di quelli che noi possiamo immaginare. Come si è compiuto il suo volere in Giovanni, e Zaccaria riacquista la parola, e Elisabetta è al colmo della gioia, così similmente nella nostra vita il Signore interviene, quando crede e come crede, nella sua sapienza e nella sua bontà. Interviene e noi dobbiamo sentire questa sua voce e questa sua azione.

Il Natale ci darà questo suo enorme insegnamento: Dio l’Infinito non è distante dal mondo, non ha creato gli uomini e li ha abbandonati a sé; addirittura, sensibilmente viene nel mondo, sensibilmente viene ad assicurarci del suo amore. Ci viene ad assicurare della sua grande forma di intervento, ci viene ad assicurare che gli siamo cari uno per uno e che nessuno di noi è buttato via. Anche chi si sentisse carico di peccati, non si deve disperare, perché il Signore è pronto ad accoglierlo..

Un senso di confidenza allora ci deve permeare in questo Natale, dobbiamo sentire la grande grazia di essere cristiani. Abbiamo ricevuto questo preziosissimo dono, sappiamo il senso della vita presente, abbiamo la sicurezza della vita futura, abbiamo il significato del dolore e la malattia e la disgrazia: sappiamo che sono finalizzate da Dio, cosa possiamo temere? Dobbiamo pregare solo per quelli che non hanno fede, perché hanno davanti a sé il buio, l’enigma, non sanno dove vanno, non sanno che cosa li aspetta, sono completamente così, solitari nella loro angoscia e nel loro dolore.

Sia dunque un sentimento di confidenza, di grande confidenza, sia un sentimento di tenera confidenza che ci pervade tutti e ci prepara prossimamente al Natale. Dobbiamo accogliere Gesù con confidenza, cioè come il Salvatore, come colui che prende tutta la nostra vita e la rende degna di essere vissuta e la rende degna di essere osservata anche nel sacrificio, perché il Signore ci vuole bene e in questo suo amore trasfigura anche le nostre più piccole cose. Quando un cristiano prega, è Gesù che prega in lui; quando un cristiano soffre, è Gesù che soffre in lui. Ha un valore dunque la preghiera, ha un valore la sofferenza, ha un valore il lavoro, tutto ha valore, purché fatto nel suo nome e nel suo nome vorremo fare tutto, e per suo amore vorremo fare tutto nella maniera migliore.

CODICE 85NMN01312N
LUOGO E DATA Sant'Ilario d'Enza, 21/12/1985
OCCASIONE Omelia, Sabato Ferie Avvento, Novena Natale - VII giorno
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI La Provvidenza
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