Ct 2, 8-1;, Lc 1, 39-45
“Fu piena di Spirito Santo” (Lc 1, 41). “Piena”, cioè tutta la sua anima diventò strumento di Spirito. Come sotto le dita di un abile suonatore la cetra, l’arpa danno suoni melodiosi, così l’anima di Elisabetta disse delle parole memorabili, che noi ripetiamo tutti i giorni e tutti i giorni diciamo alla Madonna: “Benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo” (ib. 42).
Oh, come dobbiamo desiderare lo Spirito Santo! Come dobbiamo invocarlo! Perché anche l’anima nostra diventi così, piena, ricca e dia solo il suono che vuole il Signore. Troppo spesso noi lamentiamo che un altro spirito, che è lo spirito del mondo, che è lo spirito dell’egoismo, lo spirito dell’orgoglio, risuona in troppe anime; lamentiamo davvero e sappiamo quali stonature terribili. Il mondo è ridotto troppe volte alla situazione della torre di Babele: la confusione, il non sapere, il non intendersi, il non ascoltarsi, il non amarsi.
Ecco perché Gesù è voluto rimanere sempre in mezzo a noi giorno e notte, giorno e notte è presente nella sua magnifica realtà di Salvatore. E si verificano le sue parole continuamente: “Io vi manderò lo Spirito Santo” (cfr. Gv 16, 13). Gesù, quando viene a noi nell’Eucaristia pieno di Spirito Santo, ci comunica la gioia di Elisabetta, ci comunica l’entusiasmo delle cose sante e belle. Il momento prezioso di questa comunicazione è nella santa Messa, particolarmente nel momento della comunione sacramentale. Gesù ci porta lo Spirito, ci porta la vera cognizione delle cose, il vero senso delle cose; lo Spirito c’illumina ci fa scegliere, ci difende, ci dà il gusto delle cose divine. Oh, benedetto veramente colui che si lascia docilmente guidare da questo Spirito, che abita continuamente in noi e che, nel momento particolare della comunione sacramentale, agisce nella nostra anima, la trasforma, la rende sensibile al bene, le dà fortezza contro ogni tentazione e ogni pericolo.
Invochiamolo allora lo Spirito Santo e preghiamolo che disponga il nostro cuore a capire il mistero del Natale, che ci faccia capire Gesù, che ci faccia essere i suoi membri veri e sensibili, che ci faccia compiere in tutto la nostra missione. La missione del cristiano è portare non se stesso, è portare Gesù, è portare la sua parola e la sua salvezza. Invochiamolo e in questi giorni siamo particolarmente uniti a Lui, perché ci faccia gustare quanto dolce e soave è il Signore.
CODICE | 82NMN01313N |
LUOGO E DATA | Sant'Ilario d'Enza, 21/12/1982 |
OCCASIONE | Omelia, Martedì Feria di Avvento, Novena di Natale – VII giorno |
DESTINATARIO | Comunità Parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | L’inabitazione dello Spirito Santo nell’anima |
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