1 Sam 1, 24-28. 2, 1. 4-8; Lc 1, 46-55
“L’anima mia magnifica il Signore” (Lc 1, 46). Due donne ci sono presentate come modello di confidenza, come modello di ringraziamento. Nella prima lettura è Anna, madre del profeta Samuele, che ringrazia il Signore perché ha esaudito la sua preghiera e lei ha avuto un bimbo, che consacrerà totalmente a Dio. La pagina di Luca ci presenta Maria Santissima in questo trasporto meraviglioso, trasporto della sua anima che s'innalza fino a Dio a cantare le grandi meraviglie. Non un figlio profeta: un figlio che è Figlio di Dio, che è Salvatore di tutta l’umanità, è più che un profeta, è il Signore venuto in mezzo al suo popolo, il Signore che dispensa l’abbondanza delle sue grazie.
E noi entriamo in questo spirito, uno spirito di assoluta fiducia: il Signore non manca mai, il Signore è fedele alle sue promesse, è fedele alla sua meravigliosa promessa di salvezza. Abbiamo bisogno di capire che il Natale ci parlerà soprattutto di confidenza, di amore, una confidenza e un amore che donano all’anima una pace inalterabile, perché sappiamo che il Signore è sempre all’opera, non è come nel mondo materiale. “Il settimo giorno si riposò” (Gen 2, 2), dice la Genesi, cioè compì la creazione.
Ora il Signore sta completando quell’altra creazione più grande e meravigliosa, la creazione dei figli di Dio, la strutturazione del Corpo Mistico del Signore. Il Signore è all’opera e anche noi siamo nella storia della salvezza, anche noi abbiamo il nostro posto nel giro di questi tempi e di questi secoli, anche noi e, se diciamo di sì, anche noi diventiamo pietre da costruzione. Anche con noi si edifica il tempio di Dio, anche con noi nonostante i nostri peccati, nonostante le nostre viltà, nonostante il nostro rifuggire continuato, anche noi lo possiamo essere se ci poniamo in questa ottica di confidenza e di amore. Il Signore è venuto non perché noi siamo solo salvati, ma perché siamo anche salvatori e, se corrispondiamo al piano di Dio, anche noi abbiamo una parola da dire, abbiamo dei gesti da fare, che sono gesti salvifici; anche noi possiamo dare tanto alla santa Chiesa di Dio. Dobbiamo stimarci così, stimarci in un ordine assolutamente chiaro e fervido: noi possiamo fare molto ed essere artefici di salvezza, se confidiamo, se poniamo tutto il nostro abbandono in Dio, se vediamo che il Signore non viene mai meno e il Signore è vicino a noi. “Il Signore rende poveri ed arricchisce” (1 Sam 2, 7), dice Anna: sì, rende poveri coloro che sono ricchi di se stessi, arricchisce coloro che non confidano in sé, ma pongono tutta la fiducia in Lui.
Ecco, sarà quindi il nostro proposito confidare, confidare molto, perché il Signore compia la sua opera in noi e ci faccia degni del suo amore e della sua opera.
CODICE | 82NNN01313N |
LUOGO E DATA | Sant'Ilario d'Enza, 22/12/1982 |
OCCASIONE | Omelia, Mercoledì Feria di Avvento, Novena di Natale – VIII giorno |
DESTINATARIO | Comunità Parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | Confidenza e ringraziamento – Corpo Mistico: nuova creazione dei figli di Dio |
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