1 Sam 1, 24-28; Lc 1, 46-55
"L'anima mia magnifica il Signore" (Lc 1, 46). Adoperiamo le parole della Vergine santa, per innalzare fino a Dio la nostra riconoscenza, una riconoscenza fervida, consapevole, una riconoscenza che non deve essere solo di parole, ma di opere. Come nell'Antico Testamento Dio aveva fatto un'alleanza e nell'alleanza il popolo di Israele trovava la sua salvezza e la sua prosperità, tanto più quando Gesù ha rinnovato quest’alleanza nel suo sangue: "Questo è il calice della nuova ed eterna alleanza" (cfr. Lc 22-20). Ci ha uniti a Dio, ci ha fatto il suo popolo nell'amore, ci ha voluto pienamente disposti a seguirlo, perché accettare la sua alleanza è accettare la sua croce. Accettare la sua alleanza è accettare la sua scelta: dalla croce alla gloria. E noi, che partecipiamo all'Eucaristia, dobbiamo essere in questa profonda comunione di mistero. Noi dobbiamo essere fedeli, cioè seguire Gesù. Noi dobbiamo essere fedeli, cioè respingere tutte quelle cose che ci pongono fuori di Gesù, adottare la sua strada, adottare il suo stile. "Rivestitevi di Cristo" (cfr. Rm 13-14), dice San Paolo. Rivestirci di lui. Ecco come ci dobbiamo preparare al Natale, in questa disposizione fondamentale di rivestirci di Cristo, di accettare quello che lui ha voluto, di seguirlo nei suoi esempi. Fin dal suo apparire li vedremo i suoi esempi: esempi di umiltà, di distacco da tutte le cose, esempi di mortificazione, esempi soprattutto di amore al Padre e di amore a tutti gli uomini. È qui che noi dobbiamo ricalcarne le orme. È qui, in questa legge suprema di soggezione a Dio, di amore a lui e di amore a tutti. Noi ci dobbiamo rinnovare, perché l'egoismo ci ha fatto perdere forse tante cose, perché l'orgoglio ci ha impedito di adoperare molte grazie, perché attaccati e capricciosi per tutti i beni della terra, abbiamo dimenticato la priorità delle cose di Dio. Noi dobbiamo prepararci ad accogliere Gesù, ma ad accoglierlo totalmente, perché quest’incontro non sia passeggero, non sia un incontro di esteriorità, non sia un onore dato a lui in un momento, ma sia veramente il desiderio tradotto di una comunione, una comunione profonda, di acquistare le sue idee, di adottare i suoi gusti, di preferire cioè quello che ha preferito lui e di lasciare quello che lui non ha voluto, in questa disposizione fondamentale. Quando Salomone innalzò il suo tempio al Signore, disse: "Ecco, Dio vi abiterà" (cfr. 1 Re 8, 12-13). Nel giorno dell'inaugurazione una nube occupò il santuario, cioè la presenza di Dio si fece sentire. Ecco, la presenza del Cristo ci deve occupare, la presenza del Cristo dev'essere decisiva sempre di più per noi: seguirlo con umiltà, con fervore, con docilità, con entusiasmo. Le nostre disposizioni allora saranno veramente quelle che si richiedono: Natale, una comunione con lui più profonda e duratura.
CODICE | 77NNN01313N |
LUOGO E DATA | Sant'Ilario d'Enza, 22/12/1977 |
OCCASIONE | Omelia, Giovedì feria di Avvento, Novena Natale - VIII giorno |
DESTINATARIO | Comunità Parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | L’Antica e la nuova Alleanza |
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