Ml 3, 1-4. 23-24; Lc 1, 57-66
“Si chiamerà Giovanni” (cfr. Lc 1, 60), “Che sarà mai di questo bambino?”, si dicevano”. (cfr. Lc 1, 66). Ecco la missione di Giovanni Battista segnata, predestinata da un disegno meraviglioso. Dio chiamava Giovanni ad essere il battistrada del regno di Dio, ad essere colui che avrebbe aperto le menti degli uomini a capire il Salvatore. Ma se la missione di Giovanni è unica, anche noi abbiamo una missione, anche di noi si dovrà dire: “Si chiamerà Giovanni”, cioè il nome di una vocazione, il nome di una scelta, il nome di una chiamata. Giovanni ha la sua, ognuno di noi ha la propria. Quando siamo stati battezzati, il Signore ha effuso in noi la sua grazia e ha tracciato il suo disegno di amore. Ognuno di noi, lo dice la Scrittura, è amato (cfr. Gv 16, 27) e, proprio perché amato, è chiamato a realizzare una vera santità, una vera missione nella Chiesa, una vera gloria a Dio, ognuno di noi. E non lo dobbiamo mai dimenticare. Questo Avvento ce lo ricorda con grande forza. Ognuno di noi deve essere battistrada del Salvatore, ognuno di noi deve aprirgli le strade per la propria santificazione e per l’avvento del regno di Dio nel mondo. Giovanni Battista adempì in modo mirabile la sua missione. Abbiamo visto Gesù che diceva: “Tra i nati di donna non vi è nessuno più grande di Giovanni” (cfr. Mt 11, 11 ; Lc 7, 28). Ma noi che progresso abbiamo fatto dal santo Battesimo? Quei germi di grazia, che sono stati deposti in noi, abbiamo saputo svilupparli fino alla maturazione? Quei germi di grazia, che il Signore con tanta cura ha cominciato a far crescere, non li abbiamo forse stroncati per la nostra tiepidezza e per la nostra cattiveria? Ecco, il tradurre la vita secondo il volere di Dio è passare dalla Messa alla vita, cioè dall’unione con Cristo nell’atto redentivo, nell’oblazione con lui, alla concretezza di una testimonianza pratica, chiara, evidente. Troppe volte, assistendo alla Messa, non abbiamo preso dalla Messa e la forza e lo spirito di sacrificio, per tradurre ciò che dovevamo. Troppo pigri siamo stati. Il Natale viene a risvegliarci, il Natale segna una rinascita. Questa rinascita dobbiamo effettuarla così, unendoci a Gesù Eucaristia e sentendo tutta la forza della nostra adesione a lui: come lui missionario, anche noi; come lui ha accettato la volontà di Dio, anche noi. La Vergine Madre ci è ancora di esempio, lei che ha saputo dire sempre i suoi sì. Ecco anche noi traduciamoli questi sì e non ci sia un abisso tra la nostra Messa e la nostra vita. La nostra vita sia una continuazione perenne della nostra Messa, per vivere come ci vuole il Signore in piena gioia, in piena forza.
CODICE | 76NON01313N |
LUOGO E DATA | Sant'Ilario d'Enza, 23/12/1976 |
OCCASIONE | Omelia Giovedì Feria Avvento, Novena Natale - IX giorno |
DESTINATARIO | Comunità parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | Giovanni Battista |
© 2022 Movimento Familiaris Consortio | Via Franchetti, 2 42020 Borzano (RE) | info@familiarisconsortio.org |Privacy Policy | COOKIE POLICY | SITEMAP | CREDITS