23/12/1982 - Omelia Feria Avv Novena Natale 9

Sant'Ilario d'Enza, 23/12/1982
Omelia, Giovedì Feria di Avvento, Novena di Natale – IX giorno

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Ml 3, 1-4. 23-24; Lc 1, 57-66

Siamo all’ultimo giorno della Novena, il Natale sta per arrivare. Che cosa possiamo mettere nel nostro cuore per andare anche noi a Betlemme? Se tutti esaltavano la misericordia del Signore per la nascita di Giovanni che era l’annuncio, che cosa sarà per chi crede veramente che il Signore viene ancora? Sì, viene davvero, non è una nostra immaginazione. Il memoriale della nascita di Gesù ci porta la grazia della nascita, ci porta una grazia efficace, una grazia forte e vera.

Sì, dobbiamo riempire il nostro cuore dell’unico sentimento che Gesù vuole da noi: il sentimento dell’amore, di una riconoscenza infinita, perché il Signore viene a noi, a noi peccatori, a noi miseri, a noi che tante volte siamo fuggiti da Lui. Viene a comunicarci la sua grazia, che è grazia di Redenzione, è grazia perché con Lui ricominciamo la nostra vita. Bisogna ricominciare la vita, perché troppo tempo abbiamo sciupato, troppo tempo abbiamo lasciato cadere la misericordia del Signore, troppo tempo perduto. Abbiamo bisogno di cominciare a nascere, a nascere alla vera vita spirituale, a nascere a qualche cosa di potente e di nuovo che ci dona il Signore.

Ecco Gesù viene, viene così come è Lui: viene col suo Spirito, viene con la sua potenza, viene con le sue virtù. Viene a noi, membra del suo Corpo Mistico, viene a noi perché noi viviamo di Lui, perché noi viviamo come Lui, perché noi camminiamo nella sua via, perché noi superiamo noi stessi. Ecco perché non possiamo avere una vita scialba, una vita egoistica, una vita soffocata dalle preoccupazioni materiali di ogni giorno. Non possiamo! Abbiamo bisogno d’intendere come sia vero che un cristiano deve diventare un altro Cristo. Bisogna che cominciamo ad apprezzare le cose che Lui ha apprezzato e rifiutare le cose che Lui ha rifiutato. Abbiamo bisogno di diventare buoni, abbiamo bisogno di diventare generosi, abbiamo bisogno che ogni giorno segni per noi un progresso, sì, un vero, grande progresso. La vita spirituale è vita che cresce, vita che s’afferma: il movimento dello spirito si chiama fervore e questo fervore dobbiamo suscitarlo in noi. Allora capiamo che il Natale non è grande per le sue manifestazioni esterne, ma è grande perché ci comunica la vita di Gesù, che noi dobbiamo ricevere come il più prezioso tesoro e fare che fruttifichi in noi. Che noi possiamo dire: - Signore, ti seguiamo con più fede, con più coraggio, con più perseveranza. Soprattutto, Signore, noi ti diamo il nostro cuore. Tu vuoi il nostro amore, noi te lo diamo tutto, un amore vero.

“Se mi amate, osservate i miei comandamenti” (Gv 14, 15), ecco, sono sue parole che dobbiamo umilmente e generosamente tradurre e applicare.

CODICE 82NON01313N
LUOGO E DATA Sant'Ilario d'Enza, 23/12/1982
OCCASIONE Omelia, Giovedì Feria di Avvento, Novena di Natale – IX giorno
DESTINATARIO Comunità Parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI La grazia del Natale: la nostra rinascita alla Redenzione - Vita nello Spirito
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