05/01/1985 - Omelia Feria Natale

1 Gv 3, 11-21; Gv 1, 43-51

Questa sera noi siamo riuniti per pregare la Madonna, pregarla con molta fiducia, il suo cuore è aperto, pregarla, perché possiamo trovare una maggiore intimità con Gesù. Noi lo sappiamo, per entrare nel mistero della fede, è necessaria la nostra vera disponibilità, è necessaria una disponibilità totale. Trovare il Signore, trovarlo con quella pienezza cui lui ci ha chiamati.

Ecco, stasera noi vogliamo invocare la Madonna perché si verifichi quest’epifania per noi, questa manifestazione meravigliosa, perché le nostre anime si aprano all’intelligenza e il nostro cuore si apra ad amarlo veramente. Soprattutto di tre cose vogliamo pregare la Madonna e porla davanti a noi come modello.

Le chiediamo una vera e viva fede, una grande fede, il coraggio della fede, cioè il coraggio di non fermarci alle cose di questo mondo e alle considerazioni opportunistiche di questo mondo, ma andare oltre, ma sapere sempre essere forti proprio in quest’ordine, che la vita presente è preparazione e attesa della vita eterna.

La seconda cosa: domandiamo che la Madonna c’insegni l’umiltà, perché non si cerca bene il Signore se non si è persuasi della propria incapacità, di questa nullità dei nostri sforzi umani che sono inferiori radicalmente alla meta, cui dobbiamo attingere. Umiltà, umiltà vera.

Ma soprattutto vogliamo chiedere alla Madonna che c’insegni veramente, in concreto, ad amare Gesù, ad avere per Gesù un amore totale. È Gesù che ci porta al Padre, è Gesù che si manifesta nell’Epifania al mondo come guida. Le chiediamo che ci erudisca, perché tante volte le nostre parole sono menzognere, non sono vere. Diciamo d’amare Dio e non lo amiamo. Diciamo dei propositi che poi sono assolutamente inefficaci e la nostra posizione, se non fosse delle volte drammatica, sarebbe ridicola. Troppo poco manteniamo quello che diciamo di volere e la nostra vita decade in una mediocrità sistematica.

Chiediamo perciò questi doni alla Beata Vergine, per entrare nello spirito dell’Epifania e domani celebrare con molto frutto questa grande, meravigliosa festa di nostro Signore.