Ger 23, 5-8; Sal71; Mt 1, 18-24.
La profezia, ricordata in questo brano del vangelo di Matteo, pone l’accento sulla presenza di Dio in mezzo al suo popolo. Gesù sarà chiamato Emmanuele, cioè Dio è in mezzo a noi.
Possedere Dio, avere Dio con noi, avere Dio che salva perché ama è il vero fondamento della felicità, della sicurezza e, perciò, della pace. La pace è la tranquillità dell’ordine, la pace si realizza quando le cose sono nel giusto ordine. Non si dà pace perciò se c’è distacco da Dio, non si dà pace se non c’è in Lui l’armonia tra gli uomini. È dunque solo in Dio che si realizza la pace dell’anima e si realizza la pace della società. Troppo spesso gli uomini cercano la pace nei loro trattati, nelle loro costruzioni, cercano la pace solo in determinate situazioni materiali.
La pace viene nella giustizia, la pace viene nell’amore. Ma la vera giustizia e il vero amore possono avere consistenza e autenticità solo nel Cristo Signore.
Noi dobbiamo essere per la pace. “La pace dipende anche da te” ci ha suggerito il Papa. La pace del mondo è il risultato del lavoro di tutti. E anche quest’anno, primo giorno di gennaio, nella gran festa di Maria Madre di Dio, sarà di nuovo proclamato il messaggio della pace, di nuovo si dirà, dal Papa e da tutta la Chiesa, questo messaggio natalizio al mondo intero: la pace è per gli uomini di buona volontà. Noi dobbiamo essere gli operatori della pace vincendo perciò le forze che, allontanandoci da Dio, costituendoci nell’egoismo, frazionandoci nell’invidia, sono esattamente le disgregatrici della vera pace.
Stasera dobbiamo perciò pregare per la pace, per la pace di tutto il mondo, per la pace tra le nazioni, per la pace nella nostra nazione, per la pace tra tutte le componenti di questa nostra società. Indubbiamente la pace si avrà nel rispetto vicendevole, si avrà nella comprensione vicendevole, si avrà nell’intangibilità della libertà degli altri.
Ognuno deve poter vivere la propria esperienza, deve poter vivere il proprio pensiero nella scelta quotidiana senza essere condizionato, senza essere condizionato da forze e da cose che, non avendo nulla di veramente vero e di veramente valido, ridurrebbero l’uomo ad essere semplicemente una componente vuota della società.
Noi dobbiamo pregare per questa pace. Noi dobbiamo pregare per la nostra pace interiore, perché ogni anima deve essere in pace con Dio. E come ci possiamo preparare al Natale, se non siamo in pace con Lui, cioè se non abbiamo l’anima sgombra da ciò che è peccato o residuo del peccato?
Purificazione, penitenza, umiltà, renderci più caritatevoli, più buoni, più aperti. Ecco, è in questa maniera che dobbiamo diventare gli operatori della pace, della pace che sentiremo cantare dagli angeli a Betlemme.
CODICE | 74NHN01312N |
LUOGO E DATA | Sant’Ilario d’Enza, 18/12/1974 mercoledì |
OCCASIONE | Omelia Feria verso Natale, Novena di Natale – IV giorno |
DESTINATARIO | Comunità Parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | La pace – “Beati gli operatori di pace” |
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