21/12/1974 - Omelia Feria verso Natale Novena Natale 7

Sant’Ilario d’Enza, 21/12/1974
Omelia, Prefestiva IV domenica Tempo Avvento, Novena di Natale – VII giorno

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Is 7, 10-14; Sal 23; Rm 1, 1-7; Mt 1, 18-24.

Il profeta Isaia aveva già predetto: “Le tue strade, Signore, non sono come le nostre strade”. La provvidenza di Dio agisce in una maniera superiore alla nostra ragione, in una maniera tale che sconcerta chi si ferma alla propria ragione. Avvenimenti, cose, situazioni, sono tutte diverse da quello che noi ci potremmo immaginare.

E lo vediamo anche nella vita di Maria e di Giuseppe. Il Signore non ha fatto eccezione per loro: li ha come tenuti sospesi ad un filo, non ha detto le cose prima, non ha preannunciato e dato una garanzia nell’ordine umano. Niente!

Il vangelo, qui ci presenta l’angoscia di Giuseppe, un’angoscia che si è protratta indubbiamente per un certo tempo. Il vangelo ci presenta la preoccupazione della Madonna: come doveva fare? cosa doveva dire? Solo quando le cose sembrano precipitare, ecco l’intervento di Dio.

Dobbiamo essere così, dobbiamo essere contenti di questa linea del Signore e abbandonarci ad essa; in termini evangelici si dice: essere i poveri di Dio. I poveri di Dio. Che cosa significa di preciso? Non significa la miseria, non significa una forma ascetica, di abbandono delle cose. Significa restare abbandonati a Dio, significa non avere fiducia che in Lui.

Quando si fa l’elogio nella liturgia dell’uomo giusto, si dice: “Non ha avuto confidenza nei tesori della terra, ha avuto una sicurezza sola: nella promessa, nella Parola di Dio”. Questa disponibilità totale alla volontà del Signore è lasciargli fare nella nostra vita quello che a Lui piace e come a Lui piace, sapendo che Dio sa più di noi, che la sua sapienza è infinita, sapendo che non siamo soggetti ad un destino crudele e terribile, ma siamo nelle mani di un Padre.

Confidare in Lui, non avere altro appoggio che Lui, non avere altra sicurezza che Lui, essere così, pronti a capovolgere e a mutare quelle che sono le nostre intenzioni, quelli che sono i nostri progetti, pronti a lasciarci condurre dalla misericordia di Dio.

Il Signore sa, il Signore può, il Signore vede, il Signore provvede. Ecco, è in questi termini che si realizza la vera povertà evangelica per cui non vogliamo altro che quello che vuole il Signore e nella stessa misura con la quale lo vuole Lui. Lasciarci guidare dalla sua provvidenza passo per passo.

Colui, invece, che conta su di sé, che conta su quello che possiede, che ha la speranza in quello che possiede, è proprio l’opposto della povertà evangelica.

Questa sera dobbiamo domandare a Maria e a Giuseppe questa grazia d’intercessione, perché la nostra fede sia veramente profonda, perché la nostra fede sia veramente autentica, non sia una pretesa, non sia un modo per assicurarci dagli infortuni, perché la nostra fede sia un servizio umile e generoso a Dio, sapendo che il Signore dispone per nostro amore e ci premierà.

CODICE 74NMN01312N
LUOGO E DATA Sant’Ilario d’Enza, 21/12/1974
OCCASIONE Omelia, Prefestiva IV domenica Tempo Avvento, Novena di Natale – VII giorno
DESTINATARIO Comunità Parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Povertà – Beati i poveri in spirito…
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