Ap 11,19; 12, 1-6. 10; 1 Cor 15, 20-26; Lc 1, 39-56.
È tutto un urlo di trionfo, trionfo pieno, magnifico, eterno. Nella Beata Vergine Maria vi è tutta la nostra vicenda, tutta la nostra consolazione. È Lei che contempliamo umile, tra gli umili¸ è Lei che abbiamo contemplato ignorata e vilipesa; è Lei che abbiamo meditato addolorata e sofferente; è Lei che è stata sempre nella fede più oscura.
Lei ha vinto il dragone, ha vinto il male, ha vinto la precarietà dell’esistenza: è nella gloria totale nell’anima e nel corpo. Ed è a Lei che siamo invitati a guardare. È Lei che dobbiamo invocare per essere dei coraggiosi, per essere dei forti, secondo l’insegnamento della Scrittura: “Siate forti nella fede”(1 Pt 5,9). È Lei che dobbiamo invocare come un aiuto prezioso, perché quello che ci manca troppe volte è la fortezza: cominciamo e lasciamo, ci esaltiamo e poi ci deprimiamo, usiamo parole di speranza e poi diciamo parole di sconforto, di tristezza.
Dobbiamo imparare la fortezza, dobbiamo imparare che i pochi tempi del nostro pellegrinaggio terreno devono essere vissuti nella fortezza, perché devono essere vissuti nell’amore.
Che cosa c’è di più forte dell’amore divino? Impariamo ad essere generosi, pronti, fedeli a trattare la nostra anima, a trattare il nostro corpo come lo deve trattare un cristiano, a non avere paura di quelle cose che ci chiede il Signore nel sacrificio.
Andare avanti con fortezza, carità e generosità perenne.
CODICE | 86HEO8033IN |
LUOGO E DATA | Sant’Ilario d’Enza, 15/08/1986 |
OCCASIONE | Omelia, Solennità Assunzione B. V. Maria |
DESTINATARIO | Adulti |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | Assunzione, fortezza |
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