08/03/1984 - Omelia Giovedi Ceneri

Dt 30,15-20; Lc 9,22-25

Meditiamo con amore e con umiltà le parole del Signore, parole molto chiare, parole che, se non si ascoltano bene, sembrano dure e sono solo di salvezza. L’unica strada è quella che ci insegna il Signore. Con Lui anche la sofferenza perde il suo senso opprimente; con Lui, seguendo Lui, possiamo avere la vera strada della vita. Bisogna però che ci facciamo coraggio. Quello che manca a noi molte volte è il coraggio, il buttarci, il darci a Dio, il non misurare a Lui. Abbiamo paura perché manchiamo di fede, abbiamo paura perché manchiamo di fortezza e diamo al Signore a goccia a goccia, stentatamente. Diamo al Signore per un po’, poi ci stanchiamo e diamo la colpa a tante cose, che non c’entrano, ed entriamo in crisi e così la vita spirituale troppo spesso è fatta a intervalli, un intervallare penoso, un intervallare senza significato, un intervallare e diamo al Signore come si dà a un mendicante fastidioso, come si dà a uno per toglierselo dai piedi.

Il coraggio di darsi a Dio perché Dio è Re, è il nostro Re, è il nostro Signore, è quello che ha in mano la nostra vita, il nostro presente e il nostro futuro.

Noi dobbiamo dare, avere il coraggio di dare senza calcoli, senza esitazioni, dare perché il dare a Dio è ricevere, perché il dare a Dio è l’atto più sensato che possiamo fare e quello di maggior valore. Diamo a Dio e, anche se dobbiamo prendere la nostra croce ogni giorno, seguiamolo, perché chi perderà la propria vita per Lui la salverà. Così con fede, così con generosità, così con un amore pieno di umiltà e pieno di riconoscenza.