09/02/1978 - Omelia Giovedi Ceneri

Sant’Ilario d’Enza, 09/02/1978
Omelia, Giovedì dopo le Ceneri

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Dt 30,15-20; Lc 9, 22-25

Dunque la grande cosa che dobbiamo fare in questa vita è salvare la nostra anima, perché se salviamo l’anima è salvato tutto, ma se perdiamo l’anima è perduto per sempre tutto. Il bene più prezioso che Dio ci ha dato è la nostra anima: o salviamo l’anima e la nostra vita è spesa bene, o perdiamo la nostra anima e la nostra vita cadrà nel precipizio.

Quanto dobbiamo pregare il Signore per la salvezza della nostra anima, come dice la prima Preghiera Eucaristica: “Salvaci dalla dannazione eterna e mettici nel numero degli eletti”! Essere nel numero degli eletti: questa è la meta che dobbiamo raggiungere, perché, come abbiamo letto le parole di Mosè, è proprio l’autentica nostra condizione: “Pongo davanti a te la vita e il bene, la morte e il male” (Dt 30, 15).

Ecco, nell’amare Dio, nel seguire i suoi comandamenti sta la vita, nel riprodurre in noi i lineamenti di Cristo: “Se qualcuno vuol venire dietro a me” (Lc 9, 25). Salviamo la nostra anima se acquistiamo i tratti della fisionomia di Gesù, ma se non arriviamo a ricopiare il minimo di questi lineamenti, se non rinnoviamo in noi il Cristo, la nostra vita è perduta, è perduta per sempre la nostra anima.

Ed allora ecco tre punti per la nostra meditazione: dobbiamo spesso pensare alla preziosità della nostra anima, perché è stata creata da Dio, perché è stata redenta da Cristo, perché è santificata sempre dallo Spirito Santo.

Perché è stata creata da Dio: Dio ha profuso nella creazione della nostra anima la sua potenza, il suo amore, ci ha fatto simili a Sé: “Facciamo l’uomo a nostra immagine e somiglianza”. Dice il Salmo: “Tu hai fatto l’uomo poco meno degli angeli, di gloria e di onore lo hai incoronato” (Sal 8, 6), la grandezza dell’uomo uscito dalle mani di Dio. La nostra anima, uscita da quelle mani, deve rendersi degna di ritornare in quelle mani. La sua intelligenza deve servire a conoscere Lui, il suo cuore ad amarlo, la sua volontà a saperlo sempre scegliere.

La nostra anima è grande perché Cristo, per riscattarla, ha dato tutto il suo sangue. Cosa vale un’anima? Tutti i tormenti, tutta la vita, tutta la morte di Cristo. Quant’è preziosa quest’anima per cui il Figlio di Dio si è fatto uomo e ha incontrato tante sofferenze e tante umiliazioni! Per la nostra anima. Oh, veramente il Signore ci ha amato, perché quest’anima è veramente una cosa grande! Poveri noi se la sciupiamo in sciocchezze, se la deturpiamo nei peccati, se la esponiamo ad essere per l’eternità il ludibrio di Satana. Povere le anime che vanno all’Inferno, perché saranno solo oggetto di odio e di sofferenza.

È preziosa la nostra anima, perché lo Spirito Santo abita in essa e la guida e la indirizza e non le lascia mancare nulla, per condurla alla vera santità. L’anima della nostra anima è lo Spirito Santo: “Non sapete che siete il Tempio di Dio e che lo Spirito Santo abita in voi?” (1 Cor 3, 16) è la grande parola dell’apostolo.

Se è così preziosa la nostra anima, stiamo ben attenti, dobbiamo difenderla dai pericoli, dobbiamo salvarla dai peccati, non dobbiamo risparmiare i sacrifici per rendere sicura la sua salvezza, certa la sua santificazione.

Diciamo stasera al Signore, rispondendogli: “Sì, Signore, tu hai detto: “Se qualcuno vuol venire dietro di me”, ecco Signore, io sono pronto a venirti dietro, perché so che, se anche porti la croce, arrivi alla resurrezione, se anche porti la croce, tu ci hai preceduto nella gloria”.

Ecco, animarci ad essere generosi in questa Quaresima, a non tralasciare nulla, a operare una vera conversione, perché questa nostra anima sia veramente la gloria di Dio, sia veramente il capolavoro dello Spirito Santo, sia veramente felice per tutta l’eternità.

CODICE 78B8Q0134YN
LUOGO E DATA Sant’Ilario d’Enza, 09/02/1978
OCCASIONE Omelia, Giovedì dopo le Ceneri
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI La grandezza dell’anima
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  • “È evidente come Don Pietro abbia vissuto il suo sacerdozio
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