11/03/1976 - Omelia Giovedi I Quar

Sant’Ilario d’Enza, 11/03/1976
Omelia, Giovedì I settimana Tempo Quaresima

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Est 14,1.3-5. 12-14; Mt 7,7-12

Dicevamo l'altro giorno che la preghiera è prima di tutto lode e gloria a Dio. Pregando noi diamo testimonianza al Signore della nostra fede, della confidenza piena che abbiamo in Lui, lo riconosciamo il Signore di tutto l'universo, a lui poniamo a disposizione la nostra vita. Ora vogliamo tornare a meditare sulla preghiera e vediamo che la preghiera è ancora domanda e richiesta, è abbandono alla provvidenza di Dio e dire al Signore che crediamo che Lui ci ama. Non è il volere che Lui faccia la nostra volontà, è dirgli che noi siamo ben disponibili a quello che Lui con la Sua provvidenza ordina e dispone; gli manifestiamo i nostri desideri perchè, se sono conformi a quanto Lui ritiene sia bene per noi, li accolga. È in questo senso che il salmo responsoriale ha posto l'interpretazione: “Ascolta, o Dio, il povero che ti invoca”. Chi è questo povero? Ecco è proprio nell'ordine delle beatitudini: colui che si appoggia in Dio, che non trova, che non vuole avere l'appoggio nelle cose di questo mondo. Dio ascolta il povero, cioè il Signore accoglie la preghiera di chi ha posto la sua confidenza in Lui, di chi sa che il Signore conosce già tutto ed è pronto a donarsi al di là del nostro stesso desiderio, solo vuole che le cose che noi chiediamo ci servano per poter amarlo di più, per potere compiere meglio la nostra vita, per potere arrivare alla beata eternità, perchè quello che conta è sempre e solo questo: arrivare alla salvezza della nostra anima. Chiedere delle cose sì, se servono; esprimere al Signore le nostre volontà, si, se servono, sempre se servono, perchè Egli non è uno che dà una serpe quando si chiede un pesce, non è uno che dà una pietra se si domanda un pane. Lui dà sempre quello che nel suo amore vede che serve a noi, ci dà sempre quello che nel suo amore sa che ci conduce al bene. Allora, come deve essere la nostra preghiera di domanda? Deve essere una preghiera di fede, sapendo dunque quanto è buono e quanto è generoso il Signore. Deve essere una preghiera di soave abbandono in Lui: fa' tu, Signore, tu conosci tutto. Nella prima lettura abbiamo avuto davanti un esempio di preghiera di confidenza, una preghiera in un momento terribile di sventura e di angoscia. Terzo, la nostra preghiera di domanda deve essere indirizzata al bene dell'anima nostra e al bene della Chiesa, non chiudendosi nelle nostre piccole necessità, ma allargando il cuore, allargando l'anima perchè, lo sappiamo bene, anche quando preghiamo di una preghiera privata, noi siamo sempre parte della Chiesa, quando poi preghiamo nella liturgia ci esprimiamo a nome della Chiesa stessa e allora siamo sicuri che la nostra preghiera non cade nel vuoto. La preghiera perchè diventiamo più buoni, la preghiera perchè i peccatori si convertano, la preghiera perchè nel mondo venga il regno di Dio; pregate, troverete; bussate, vi sarà aperto. L'insistenza con la quale il Signore sottolinea questa preghiera di domanda ci dice già tutto e che cosa ci ha ricordato la Madonna nelle sue apparizioni, dopo avercene dato tanto esempio nella Sua vita che cosa ci ha ricordato? Ci ha detto di pregare: “Pregate”, messaggio di Fatima, “Pregate, perchè si convertano i peccatori, pregate perchè gli uomini ritornino sulla strada giusta”. Il valore della preghiera, un valore inestimabile, grandissimo. Cerchiamo allora di dare alla nostra preghiera molto respiro. di dare alla nostra preghiera molta forza, di dare alla nostra preghiera molta confidenza.

CODICE 76CAQ01340N
LUOGO E DATA Sant’Ilario d’Enza, 11/03/1976
OCCASIONE Omelia, Giovedì I settimana Tempo Quaresima
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI La preghiera di domanda
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