24/02/1983 - Omelia Giovedi I Quar

Sant’Ilario d’Enza, 24/02/1983
Omelia, Giovedì I settimana Tempo Quaresima

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Est 14,1.3-5. 12-14; Mt 7,7-12

Il Signore Gesù insiste perché noi ci mettiamo a pregare e ci mettiamo a pregare con confidenza, con sicurezza, con semplicità, come un figlio con semplicità chiede le cose al padre. Questa raccomandazione di Gesù è di una importanza enorme e noi non possiamo non prenderla come uno degli obblighi più importanti e più fecondi del nostro vivere. Bisogna pregare, bisogna imparare a pregare, bisogna vivere in una vera unione con Dio. Perché pregare è unirci a Lui, è accogliere la Sua iniziativa, è corrispondere al Suo amore. Lo sappiamo bene, chi alla preghiera dà il peso di una formalità, non ha ancora incontrato il vero pregare, chi nella preghiera mette solo sé stesso, non si incontra davvero con il Signore. Bisogna essere con l’anima spalancata, bisogna essere talmente pronti che il Signore possa agire in noi e fare di noi ciò che vuole.

Pregare è fare la Sua volontà, non è volere condurre Lui a fare la nostra. Pregare è aprirci a tutto quell’amore che ha progetti meravigliosi sulla nostra vita. Pregare vuol dire sapere giorno per giorno, cercare il Suo volto. Ecco, come dice il salmo: “Signore, io cerco la luce del Tuo volto”.

Questo tempo della Quaresima è privilegiato in fatto di preghiera. Noi dobbiamo compiere un massimo sforzo per mettere la vera preghiera, per sapere tenere i tempi e gli spazi per la preghiera.

Questa Quaresima dobbiamo fare dei propositi ben particolari, perché ci sia un vero progresso. Ascolta quindi la parola del Signore. Misura quello che hai fatto, senti quello che ti resta da fare. Può essere contento il Signore di una preghiera distratta, di una preghiera svogliata, di una preghiera che si affronta come un peso da dover compiere, che non si ama? Può essere contento il Signore di una preghiera fatta in fretta, fatta nei momenti meno opportuni, quando più si è stanchi, quando si è messa nel cuore una moltitudine di altre cose?

Riformare la preghiera. Dare alla preghiera il vero significato, il vero slancio perché “non di solo pane vive l’uomo”.

Dobbiamo vivere così, nella comunione di Lui, della Sua parola, della Sua meravigliosa comunicazione di amore, perché, quando il Signore ci vede disposti, pone in noi le meraviglie della Sua carità.

CODICE 83BPQ01340N
LUOGO E DATA Sant’Ilario d’Enza, 24/02/1983
OCCASIONE Omelia, Giovedì I settimana Tempo Quaresima
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
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