04/03/1982 - Omelia Giovedi I Quar

Sant’Ilario d’Enza, 4/03/1982
Omelia, Giovedì I settimana Tempo Quaresima

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Est 14,1.3-5. 12-14; Mt 7,7-12

“Chiedete e vi sarà dato”. Sono parole magnifiche e di profondo conforto.

Dunque ci assicura Gesù che la nostra preghiera è accolta dal Padre, è accolta perché il Padre ci ama. E questa grande rivelazione, che il Padre ci ama, è alla base di tutto il messaggio di Gesù, dà il senso a tutto il resto.

Noi alzando gli occhi guardiamo a Dio infinitamente potente, infinitamente grande, Dio che è la stessa santità, che trascende ogni cosa di questo universo e, se ci fermassimo qui, ci sgomenteremmo. Gesù ci ha detto: “Il Padre vi ama, e se voi che siete cattivi sapete dare cose buone quanto più il Padre vostro darà cose buone”.

È evidente, la nostra preghiera è certamente esaudita quando chiede cose buone. Il chiedere è facile, tutti son capaci di chiedere e, più uno è povero più è capace di chiedere, ma l’accento è proprio su quelle cose buone, perché noi facciamo spesso una deplorevole confusione, noi chiediamo a Dio quelle cose che stimiamo buone anche quando dovremmo giudicarle diversamente; perché dovremmo dire piuttosto in certi casi: chiedi delle cose che alimentano il tuo egoismo, il tuo orgoglio, il tuo attaccamento ai beni della terra, la tua miopia spirituale e chiediamo con facilità delle cose che ci confortano, delle cose piacevoli.

Meditavamo il «Padre nostro»: il Signore ci ha insegnato quali sono le vere cose buone, sono quelle che entrano in un grande piano di amore, Dio ci vuole conformi al Figlio Suo, a Cristo si deve conformare ogni cristiano, perché ogni cristiano è un membro di Cristo e il corpo deve essere uniforme.

Le cose buone sono le cose che entrano in quella Volontà di Dio per cui il tempo è misurato dall’eternità, il dolore è misurato dal gaudio eterno, ciò che è l’umiliazione momentanea è vista in un trionfo perenne.

Ecco allora impariamo a chiedere, e alle volte chiediamo anche delle cose che sappiamo tanto difficili, come l’amore alla croce di Cristo, come il reagire nell’amore e nella carità come ha fatto Cristo, per essere come lui pazienti, buoni, comprensivi. Sentiamo allora che è giusto che noi ci mettiamo così perché il cristiano deve tendere alla perfezione: “Siate perfetti come il Padre vostro celeste è perfetto”.

Il cristiano deve avere come centro il Cuore di Cristo che ha promesso questa magnifica, insostituibile condizione di vita, l’essere nella perfezione, cioè essere come Lui perché tutta la nostra gioia in fondo è lì: rivivere la vita di Cristo.

CODICE 82C3Q01340N
LUOGO E DATA Sant’Ilario d’Enza, 4/03/1982
OCCASIONE Omelia, Giovedì I settimana Tempo Quaresima
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
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