03/03/1977 - Omelia Giovedi I Quar

Sant’Ilario d’Enza, 03/03/1977
Omelia, Giovedì I Settimana Tempo Quaresima

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Est 14,1.3-5. 12-14; Mt 7,7-12

Dobbiamo apprezzare, stimare sempre di più la preghiera. La preghiera è un mezzo facilissimo che Dio ci ha dato nelle mani, un mezzo facilissimo e assolutamente potente. Noi possiamo ottenere quanto vogliamo nella preghiera, perché il Padre celeste è infinitamente buono, quanto desideriamo nell’ordine della nostra salvezza, nell’ordine del bene della Chiesa e delle anime. Ecco perché dobbiamo dilatare il nostro cuore e avere una grande confidenza. Chiunque chiede riceve. Chi cerca trova. Particolarmente dobbiamo chiedere al Signore il dono più grande ed è il pane eucaristico che dobbiamo chiedere. Lo dobbiamo chiedere per noi, lo dobbiamo chiedere per la fame del mondo, perché il mondo si tormenta perché ha un’orribile fame. Ha bisogno di Cristo. Ha bisogno della sua verità e del suo amore. È in una solitudine spaventosa, perché gli manca la sua presenza. E noi possiamo e dobbiamo chiederla. La nostra disposizione verso l’Eucarestia deve essere proprio essenzialmente una disposizione di fede e di desiderio, di fame cioè. Fame per noi e fame per tutti. Dobbiamo comprendere come nell’Eucarestia c’è la somma di tutti i misteri e c’è la somma di tutte le grazie. Chi riceve bene l’Eucarestia riceve un incredibile tesoro. Fede e desiderio, perché è un pane che bisogna apprezzare, è un pane che fa bene a quelli che riescono a precisare la loro fame, non a chi è sazio, non a chi è annoiato, non a chi è distratto. Il pane che noi chiediamo è perciò un pane che fa bene, secondo quello che ha detto la Madonna: “Egli sazia coloro che hanno fame, respinge coloro che si credono ricchi”. Ecco, dobbiamo rivedere sempre le nostre comunioni perché le nostre comunioni possono farci veramente santi. Dobbiamo rivedere le nostre comunioni: se andiamo con le disposizioni sufficienti, se andiamo con le disposizioni ottime, se andiamo con purezza di cuore, se andiamo con fervore di spirito, se andiamo con generosità di collaborazione. Le nostre comunioni. “Chi mangia questo pane ha la vita eterna”, lo ha detto Lui. Ha la vita eterna, ha tutto. Esaminiamo le nostre comunioni, vediamo come noi le abbiamo ricevute. Esaminiamo le nostre comunioni perché dobbiamo essere sempre scontenti di noi stessi. Chi fa la comunione spesso e non è scontento delle sue disposizioni rischia di abituarsi e le comunioni abitudinarie sono solo una responsabilità di più. Le comunioni ricevute con freddezza sono comunioni che rappresentano un’offesa al Cuore ardente di Gesù. Le comunioni non ricevute bene, col peccato nell’anima, sono un orribile sacrilegio. Esaminiamo le nostre comunioni. Esaminiamo le nostre disposizioni perché è questo che dobbiamo chiedere. Il Signore è disposto a darsi continuamente a noi, ma noi dobbiamo creare un cuore adatto, dobbiamo creare un cuore che sia veramente la sua gioia e la sua consolazione. Le comunioni quotidiane domandano molto impegno. Si può fare la comunione anche tutti i giorni, ma è un punto d’arrivo. È un punto che richiede purificazione, che richiede generosità, che richiede viva e continua collaborazione. Facciamo le comunioni, ma facciamole bene, facciamole con le disposizioni ottime di un cuore ricco di amore a imitazione del Cuore della Madonna. E così sempre ci impegneremo a farle per noi e a riparare le comunioni mal fatte, domani è il primo venerdì del mese, a riparare le comunioni mal fatte, a dare alle comunioni nostre un tono di vera apertura, l’apertura perché tutti gli uomini abbiano anche loro la nostra gioia, anche loro questo nutrimento di vita. E poniamoci in buona volontà, chiedendo al Signore che ci illumini e che ci dia forza per fare meglio quello che abbiamo già fatto.

CODICE 77C2Q01340N
LUOGO E DATA Sant’Ilario d’Enza, 03/03/1977
OCCASIONE Omelia, Giovedì I Settimana Tempo Quaresima
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
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