19/01/1984 - Omelia Giovedi II Ord

1 Sam 18, 6-9; 19, 1-7; Mc 3, 7-12

La folla cerca Gesù, vuole toccare Gesù. Deve mettersi in una barca perché non lo schiaccino: “si gettavano addosso”. Eppure questa stessa folla un giorno lo avrebbe rifiutato e rinnegato.

Non è un entusiasmo passeggero il valore da cercare; il valore da cercare sta in una convinzione profonda, in una fede viva che ci faccia conoscere Gesù nella sua vera personalità, perché in Lui c’è la persona stessa di Dio, Lui è la Verità e la Vita.

Ecco, con questa persuasione uno realizza se stesso, realizza il proprio vero incontro con il Redentore, realizza e lo segue sempre. Il Signore va fino al Calvario, passa per l’umiliazione, passa per la sofferenza. Chi è fedele a Lui non ha paura, accetta la sua parte e gli va dietro. Chiunque non prende la sua croce, non può essere suo discepolo (cfr Luca 9, 23).

Ecco, dobbiamo capire bene dove sta la nostra vera grandezza: nel riconoscere in Gesù il Figlio di Dio, il Redentore, e seguirlo e seguirlo dovunque egli vada e seguirlo senza paura, seguirlo senza quelle viltà che ci farebbero tornare indietro. Seguirlo, vincere le nostre tentazioni, le tentazioni che ci fanno inseguire i piaceri vietati, che ci fanno seguire le forme cattive di libertà. Oh, sì! Dire al Signore che gli vogliamo sempre credere, che gli vogliamo sempre ubbidire, che non vogliamo costruire una devozione basata sul nostro comodo e sul sentimento di un momento.

Lo vogliamo seguire; Lo vogliamo benedire sempre, in qualunque momento: nel momento della prova, nel momento del dolore come nel momento della gioia. Lo vogliamo sempre seguire e siamo certi così che grande sarà la nostra crescita nell’amore. Lo ameremo davvero, Lo ameremo con quel vero amore che Gesù è venuto a portare, quel vero amore che diffonde nel nostro cuore lo Spirito Santo.

Seguirlo con fortezza, con umiltà, con perseveranza.