22/01/1987 - Omelia Giovedi II Ord

Sant’ Ilario d’Enza 22/01/1987
Omelia, Giovedì II settimana Tempo Ordinario

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Eb 7, 25 - 8, 6; Mc 3, 7-12

Vorrei che meditassimo su queste parole che abbiamo appena ascoltato: “Gli si gettavano addosso per toccarlo”.

Guariva tutti e il suo potere non è minore. Gettarsi addosso a Gesù è davvero un programma magnifico, gettarsi addosso per vivere proprio come vuole Lui, perché toccati da lui possiamo vincere le nostre malattie, la malattia del nostro orgoglio, la malattia del nostro egoismo, la malattia della nostra sfrenata sensualità, del nostro chiuderci e non aprirci alla carità e all’amore del prossimo, perché il fine vero di tutta la nostra fede è proprio lì, nell’unirci a Gesù e con Lui essere offerta viva di adorazione e di amore al Padre.

Ecco, dobbiamo vedere così fissato lo scopo della nostra preghiera, lo scopo della nostra partecipazione eucaristica, lo scopo del lavoro che dobbiamo fare per diventare buoni: essere come Gesù, perché Gesù ci insegna a pensare. Ci dia la grazia di vedere le cose come le vede Lui, ci dia di poter amare come ama Lui, di desiderare quello che Lui ci indica, di allinearci generosi e pronti nella Chiesa per essere a vera testimonianza.

Troppe cose alle volte ci impediscono un cammino svelto, una magnifica testimonianza, troppe cose: ci lasciamo invischiare, ci lasciamo attardare, paralizzare quasi. Abbiamo bisogno di capire che Gesù è per noi, perché è nostro Salvatore sempre e senza di Lui nulla possiamo fare. Stare con Gesù, vivere e operare come Lui desidera, come Lui preferisce.

Ecco, ognuno di noi stasera guardi quali sono gli ostacoli, di che tipo è il vischio che ci ferma; ognuno di noi guardi e liberi il proprio cuore da tutte le cose troppo materiali e troppo umane, per vivere soavemente la vocazione della nostre fede, la generosità del nostro dono.

CODICE 87ANO01331N
LUOGO E DATA Sant’ Ilario d’Enza 22/01/1987
OCCASIONE Omelia, Giovedì II settimana Tempo Ordinario
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI L’unione a Gesù è il fine della nostra fede
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  • “È evidente come Don Pietro abbia vissuto il suo sacerdozio
    tra la vita delle persone, condividendo tutto. 
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    Umberto Roversi

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