29/04/1976 - Omelia Giovedi II Pasqua

Sant'Ilario d'Enza, 29/04/1976
Omelia, Giovedì II settimana Tempo Pasqua, festa Santa Caterina da Siena - 25° anniversario Matrimonio

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1 Gv 1, 5; Mt 25, 1-13

Nel Vangelo c’è l’immagine della vigilanza: una lampada che brilla e non viene a meno. La notte si prolunga, si vede la gente che prende sonno, ma la lampada curata, avevano preso con sé l’olio, è lampada che non si spegne. È simbolo della fede, di quella fede viva e perseverante, che ogni cristiano deve custodire e alimentare in tutte le circostanze della sua vita: una lampada accesa, dell’olio per la lampada. Quante volte il Signore sottolinea questa vigilanza come un elemento vitale della nostra salvezza, della nostra santificazione. Quante volte il Signore sottolinea questo paragone, per dirci con quanta perseveranza, con quanta prevenzione, con quanta intelligenza, con quanto amore, dobbiamo nella nostra vita tenere alta la nostra fede, forte la nostra fede, generoso il nostro impegno.

Vorrei che stasera ognuno di noi prendesse, così, nuovo motivo in questo Tempo Pasquale, perché la sua lampada non oscilli, la sua lampada non sia in forse di spegnersi, perché arriva il momento che è troppo tardi. “Dateci del vostro olio”, dicono le vergini stolte, “perché le nostre lampade si stanno spegnendo” (cfr. Mt 25, 8). E così è la vita che, per alimentare la fiamma della fede, deve essere generosa ed operosa, deve essere una vita intesa sotto la linea del Vangelo, deve essere una vita che di giorno in giorno si matura nel proprio dovere, nelle proprie responsabilità, perché il dovere è la risposta alla chiamata di Dio, perché il dovere è precisamente ciò che, nella chiamata di Dio, l’uomo può presentare. Dir di sì a Dio, dirglielo con tutto il cuore.

Fede è fiducia, fede è abbandono, fede allora è pronunciare un sì con tutta la propria anima, in tutte le circostanze. E allora, ecco, in questa cornice noi diciamo il nostro grazie al Signore, ci associamo ad una famiglia, che ha avuto questo pensiero di fede.

La nostra assemblea comunitaria si riunisce proprio sottolineando il ringraziamento, perché da Dio viene ogni bene. E come venticinque anni fa si offriva un’intenzione e un desiderio, ora si offre un lavoro compiuto, una missione che in questi anni si è andata maturando. Si offre il ringraziamento, sapendo come le grazie di Dio sono state innumerevoli, come il Signore è stato vicino e ha fatto superare ogni difficoltà, un ringraziamento nel quale non s’insisterà mai a sufficienza, mai, mai, perché le grazie di Dio meritano un grazie all’infinito. Non ci basterà tutta l’eternità a ringraziare Dio! E nel ringraziamento vivo la congratulazione per ciò che è stato svolto, per ciò che è stato compiuto nel sacrificio di ogni giorno, nell’impegno di ogni giorno, nell’amore di ogni giorno.

E' l’augurio, quell’augurio che presentiamo questa sera nella nostra preghiera. Augurio e desiderio, ma non un desiderio vano posto lì, il desiderio posto nelle mani di Dio e l’augurio nostro che la missione sia completata, che la vita diventi sempre più ricca di meriti, che la gioia di avere fatto quanto il Signore ha voluto diventi sempre più grande, quella gioia di veder coronata nei propri figli la propria grande fede, la gioia di potere essere pronti sempre a quanto il Signore domanderà, la gioia di camminare sempre con umiltà in quella strada che il Signore ha segnato. Un augurio fervido e forte, un augurio che presentiamo al Signore per le mani della Madonna, perché nel cuore della Vergine c’è quella tenerezza, quella cura, per cui la Madonna deve restare sempre al centro di una famiglia, una famiglia consacrata, una famiglia che vuole rispondere sempre meglio all’appello della grazia, all’esigenza della fede.

CODICE 76DTO01361M
LUOGO E DATA Sant'Ilario d'Enza, 29/04/1976
OCCASIONE Omelia, Giovedì II settimana Tempo Pasqua, festa Santa Caterina da Siena - 25° anniversario Matrimonio
DESTINATARIO Comunità Parrocchiale,
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Perseveranza nella fede, vigilanza
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  • “È evidente come Don Pietro abbia vissuto il suo sacerdozio
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