10/04/1986 - Omelia Giovedi II Pasqua

Sant’Ilario d’Enza, 10/04/1986
Omelia, Giovedì II settimana Tempo Pasqua

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At5,27-33; Gv 3, 31-36.

Sono parole di Gesù: “Chi crede nel Figlio ha la vita eterna. Chi non obbedisce al Figlio non vedrà la vita”. Il problema della vita presente è tutto qui: aderire a Cristo e ubbidire a lui perché lui è il Figlio di Dio, è la rivelazione del Dio eterno. Non quindi un’adesione così, in qualche maniera, non semplicemente un rispetto. Lo ha detto: “Chi non obbedisce al Figlio non vedrà la vita”. Bisogna che meditiamo sempre su questo centro del Cristianesimo, su questo centro della nostra fede che è lui. Per cui la vita cristiana deve essere una relazione, una adesione a Cristo Signore. Un’adesione convinta, un’adesione piena, un’adesione di amore. Perché il Figlio di Dio è disceso dal cielo per insegnarci a vivere, per insegnare a tutti gli uomini ad amarsi, per insegnare quella rettitudine di costumi, quella giustizia nelle opere che lui ha precisato.

In questo tempo pasquale dobbiamo particolarmente unirci a Gesù, unirci a lui con la forza che lui ci dà, con la grazia che parte dal suo cuore di Risorto. Bisogna vivere del Signore. E le altre cose bisogna convogliarle proprio qui. Tutto, tutto in una generosa limpidità di fede, in una generosità forte e totale. Il cristiano è uno che aderisce a Cristo e che vive di Cristo, e che in tutto sente l’armonia che nasce da una vita evangelica.

“Sei tu, Signore, la forza dei deboli”, canta il salmo responsoriale. Sei tu! Tutti siamo deboli, tutti abbiamo le nostre incoerenze e le nostre pesanti miserie. Il Signore è per noi. Il Signore risorto è la nostra forza e la nostra gioia. aderire a lui pur consci della nostra debolezza, della nostra fragilità, ma aderire a lui, il misericordioso, che ci aiuta, che ci sostiene, per cui ogni giorno possiamo ripetere: “Gustate e vedete quanto è buono il Signore. Beato l’uomo che in lui si rifugia” (Sal 33, 9). Esaminiamo noi stessi per vedere con quanta sincerità, con quanta umiltà, con quanta perseveranza vogliamo essere suoi, vogliamo vivere di lui, vogliamo prendere da lui per portare a tutti il messaggio della salvezza che è il messaggio di lui morto per noi e risorto per noi.

CODICE 86D9O01361N
LUOGO E DATA Sant’Ilario d’Enza, 10/04/1986
OCCASIONE Omelia, Giovedì II settimana Tempo Pasqua
DESTINATARIO Comunità Parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Adesione a Cristo
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  • “È evidente come Don Pietro abbia vissuto il suo sacerdozio
    tra la vita delle persone, condividendo tutto. 
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