14/03/1974 - Omelia Giovedi II Quar

Sant’Ilario d’Enza, 14/03/1974
Omelia, Giovedì II Settimana Tempo Quaresima

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Ger 17,5-10; Lc 16,19-31

La parabola del Signore ci invita ad una conversione perché noi dobbiamo camminare sulla terra, ma con lo sguardo verso l’eternità. Non possiamo, è negazione di tutto il vangelo, camminare sulla terra guardando la terra. Per definizione il popolo di Dio è pellegrino, va verso la dimora del Padre celeste. “Nella casa di mio Padre”, ha detto Gesù, “vi sono molte mansioni”. Ed è verso quella casa dove ognuno avrà il suo posto, ognuno avrà la sua eternità. Ecco, che se uno di noi pensa poco all’eternità si sbaglia. Deve pensarci. Deve pensare all’eternità in quella tremenda alternativa posta da Gesù: o l’eternità nostra sarà d’immenso gaudio, o l’eternità nostra sarà di terribile castigo. Non c’è una via di mezzo. E l’eternità non è una successione di cose. L’eternità è un istante che dura sempre, e come uno è il primo elemento così resta per sempre. Non c’è più passaggio: un’eternità di gioia con Gesù, la Madonna, gli Angeli, o un’eternità di sofferenza con Satana e con tutti i disgraziati che sono nell’inferno con Satana. Sta a noi. Sta a noi nel tempo fabbricare quell’eternità. Sta a noi costruirla giorno per giorno, momento per momento. E non è una questione di debolezza, proporvi questi motivi, ma è sempre vero, ma è realmente nel tempo, ce lo dobbiamo proporre il pensiero dell’eternità. Solo l’eventualità di cadere nell’inferno! Difficilmente possiamo immaginarlo. Lo vediamo particolarmente in un senso negativo. Se Dio è amore, l’inferno è odio. Se Dio è bellezza, l’inferno è qualcosa di orribile. Se Dio è veramente la sapienza, l’inferno è la stoltezza, perché l’inferno è la negazione di Dio. L’inferno è la fuga da Dio. Ci sono alcuni che affermano di poter fare senza di Dio, ma sono bugiardi. Perché, se ci pensano bene, non si può fare senza di Dio, perché Dio ci crea in ogni momento. È Dio che ci dà l’intelligenza. È Dio che ci dà l'anima, che ci dà il corpo, che ci dà l’ossigeno che respiriamo. Tutto è in Lui. Tutto è per sua grazia. L’inferno è la negazione di Dio Amore, è la negazione di Dio Bontà. L’inferno è dover essere senza il suo abbraccio di Padre, per sempre rifiutati da Lui. Ecco perché è tormento soprattutto, perché è assenza di Dio. Perché l’uomo è fatto per amare e all’inferno non si ama più. Perchè, per colui che è fatto per il suo Signore, è veramente terribile essere rifiutato da lui. E si è rifiutati perché si è fatta una scelta libera, una scelta di tutta la vita. Si è detto di no a Lui. Dio, facendoci entrare nell’eternità, ha sanzionato questo no, l'ha reso eterno. Prendiamo stasera perciò nella liturgia la grazia di capire di più e di sentire più profondamente il mistero dell’eternità. Ciò che non è eterno è niente, ci hanno detto i santi. Ed è eterno ciò che facciamo nell’amore di Dio, nella sua grazia. Cerchiamo perciò di vivere nel suo amore sempre per non essere poi per quella strada che è spaziosa e larga, ma che conduce alla perdizione. E la parola perdizione è di Gesù e dice tutto. Perdere se stessi, nei propri valori, nelle proprie aspirazioni, nelle proprie gioie. Guardiamo al Signore con le parole stesse di un grande santo, di sant' Agostino: “Signore, fa' quello che vuoi in questa vita, ma perdonami per tutta l’eternità”.

CODICE 74CDQ01341N
LUOGO E DATA Sant’Ilario d’Enza, 14/03/1974
OCCASIONE Omelia, Giovedì II Settimana Tempo Quaresima
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
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