Ger 17,5,10; Lc 16,19-31
Che cos’ è l’inferno? È l’assenza di Dio. Dio è tutto. Quando manca Lui manca ogni consolazione ed ogni pace. Lo dobbiamo pensare intensamente. Dio è assente, Dio rifiuta la sua meravigliosa donazione, perché creare è donare, rifiuta la sua meravigliosa creazione ed ecco l’inferno. La pena più grave dell’inferno è questa. Il peccato, lo sappiamo bene, è lasciare Dio e andare invece a scegliere una cosa qualsiasi. L’inferno è Dio che rende eterna questa scelta. Altro che le creature si ribelleranno anche loro, non vorranno stare sottoposte al peccato. Ed ecco l’assenza totale dell’inferno, l’assenza spaventosa e terribile. Quanto dobbiamo cercare di ubbidire a Dio! E di credere veramente con tutta l’anima che Lui è la nostra felicità, che fuori di Lui non c’è felicità, che fuori di Lui c’è solo inganno, c’è solo la beffa terribile che gioca la tentazione. Essere con Dio: questa è la nostra grande risoluzione. Essere con Dio. Gesù ha detto: Se uno ha sete venga a me e beva. Ecco Gesù che ci ha portato dal seno stesso della Trinità quest’acqua misteriosa e dissetante. È Gesù stesso che la dà ad ogni anima. In questa quaresima con quanto rinnovato ardore dobbiamo cercare il Signore Gesù. Beati coloro che custodiscono la Parola di Dio e portano frutto. Cercare Gesù. Cercare Gesù nella preghiera. Amare il colloquio con Lui. Cercare Gesù nell’Eucarestia dove c’è direttamente la fonte della vita. Cercare Gesù negli altri, particolarmente nei bisognosi. Cercarlo e certamente il nostro cuore si riempirà di molta pace. Cercare Gesù e temere di perderlo. Perché perderlo è il tormento dell’inferno. Tante anime cominciano l’inferno in questa terra, perché cercano una felicità che non possono trovare. Hanno abbandonato le fonti di acqua viva, dice il profeta, e si sono scavati delle cisterne dove c’è dell’acqua inquinata. Non lasciamoci ingannare dall' attrattiva che ci presenta il mondo. Guardiamo che Gesù è tutto, Gesù è vita, Gesù è amore, Gesù è il nostro meraviglioso Salvatore perché dà senso a tutta la nostra esistenza, dà senso a tutti i nostri sentimenti offerti a Lui. Resti quindi il nostro proposito di un timore di Dio salutare, il timore di offenderlo, il timore di arrivare ad abbandonarlo, perché, ripeteremo con san Pietro:” Se ci allontaniamo da Te, o Signore, dove mai potremo andare? “
CODICE | 86BSQ01341N |
LUOGO E DATA | Sant’Ilario d’Enza, 27/02/1986 |
OCCASIONE | Omelia, Giovedì II Settimana Tempo Quaresima |
DESTINATARIO | Comunità parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI |
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