07/03/1985 - Omelia Giovedi II Quar

Ger 17, 5-10; Lc 16, 19-31

Questa è una parabola ci deve fare riflettere in una maniera fortissima, perché sta proprio qui l’insegnamento di Gesù: la vita presente può avere due terminazioni, o nella pace, il seno di Abramo, o nel tormento, un tormento che non cessa più, un tormento senza prospettive di aiuto, un tormento che difficilmente si può definire tanto è terribile.

Vorrei che in questa Quaresima queste grandi verità della fede fossero da noi profondamente rimeditate, perché anche la nostra vita può essere nella gloria, può trasformarsi nella gloria o può cadere nell’Inferno, perché l’Inferno c’è, perché l’Inferno è una verità di fede. Come è certo che c’è Dio, come è certa la Parola di Dio, è certo l’Inferno! L’Inferno è per tutti coloro che muoiono in disgrazia di Dio, che muoiono nell’ostinazione del male. Dio vuole salvi tutti gli uomini; non è lui che sceglie l’Inferno: è il peccatore, che sa, che disprezza, che rifiuta.

L’Inferno è la cosa che ci deve far pensare sul valore della nostra vita e dei nostri atti e della conseguenza dei nostri atti.

Il Signore ci ha avvisato, come un Padre misericordioso ci torna ad avvisare. Dobbiamo avere il timore di Dio, il timore di offenderlo, il timore di incorrere nei suoi castighi. C’è l’Inferno e c’è Satana. Una persona è Satana, un angelo che si è ribellato a Dio e tenta l’uomo al male e non ha pace nel tentare.

Come dobbiamo stare attenti! Dice San Pietro, che è come un leone che va attorno cercando di divorare. Stiamo attenti! Il diavolo presenta il male sotto un aspetto avvincente; il diavolo sottolinea che il peccato è una cosa da poco, il diavolo è un bugiardo. Non lasciamoci ingannare! Ricorriamo nelle tentazioni all’aiuto del Signore.

Domandiamo alla Madonna, che ha sofferto ai piedi della croce un martirio terribile, che ci dia una mano nei momenti più difficili, lei, che è l’aiuto dei cristiani e che è il rifugio dei peccatori.