Quaresimale – Giovedì II Quaresima
Ger 17,5-10; Lc 16,19-31
In questa pagina del Vangelo il Signore Gesù dà una risposta al terribile interrogativo che ha sempre travagliato l’umanità: perché il male sembra trionfare? Perché il bene e l’innocenza tante volte sono calpestati? Non c’è giustizia?
Il Signore dice che il male e il bene hanno un riflesso eterno, ci dice che la giustizia di Dio non è del momento che passa, non è del giorno così corto. La giustizia di Dio si compie infallibilmente, c’è tutta l’eternità per compierla e il male, anche se sembra così trionfante, anche se sembra così sfacciato e che pure sia contento, il male verrà regolato nella giustizia, certamente, e il bene verrà premiato. Non cadrà nemmeno un’azione di bene, neanche un’opera di generosità e di carità, perché Dio è infinito, perché Dio è onnipotente, perché a Lui nemmeno una piccola azione è sfuggita o dimenticata.
Il Signore Gesù ci dice allora di lavorare nel bene, di impegnarci nel bene, di non stancarci nel bene; dobbiamo moltiplicare il bene sicuri che in fondo è il bene che trionferà. Dobbiamo impegnarci nel bene sicuri che nostro Signore ricompenserà, dobbiamo impegnarci nel bene e avere quella sicurezza fondamentale che ci impedisce di non essere perseveranti, quella sicurezza che se manca ci rende avviliti e stanchi. Impegniamoci nel bene.
“Beati coloro che custodiscono la parola di Dio in cuore buono e sincero, portano frutto” (cfr Lc 11, 28).
Oh sì, impegniamoci nel bene! Ognuno di noi lo sappia realizzare negli ambienti e nelle circostanze in cui è possibile. Anche il dolore stesso, che sarebbe senza perché, rientra nell’ordine della provvidenza: attraverso la sofferenza l’uomo compie il bene davanti a Dio, compie il suo dovere. Anche la sofferenza più nascosta, unita a quella di Gesù, serve per il bene, cioè per la redenzione del mondo. Dio vuole che gli uomini collaborino con Gesù, che ha salvato il mondo mediante la croce. La croce ha la sua ragione profonda, la croce ha il suo senso. Impegniamoci dunque generosamente a fare le opere buone, anche quelle che costano, anche quelle penose, offriamo tutto al Signore e siamo sicuri di collaborare al bene di tutto il mondo, aggiungendo alla croce di Gesù anche la nostra, per impetrare grazie e benedizioni a tutti, anche ai più lontani da Dio, anche ai maggiori peccatori. Stiamo nel Signore e nella sua grazia così.
CODICE | 84CNQ01341N |
LUOGO E DATA | Sant’Ilario d’Enza, 22/03/1984 |
OCCASIONE | Omelia, Giovedì II Settimana Tempo Quaresima |
DESTINATARIO | Comunità parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | Impegniamoci nel bene |
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