16/12/1976 - Omelia Giovedi III Avv Novena Natale 2

Is 54, 1-10; Lc 7, 24-30

“Il più piccolo nel regno di Dio è più grande di Giovanni il battezzatore” (cfr. Lc 7, 28). Parliamo del dono meraviglioso che il Signore ci ha fatto con la sua Incarnazione, perché il dono è stato lui e, per quanto miseri noi siamo, in lui e per lui siamo ricchi. Lo diceva l’apostolo san Paolo: “Egli si è fatto povero, perché voi della sua povertà diventaste ricchi. Voi siete ricchi in lui” (cfr. 2 Cor 8, 9). Sono incalcolabili i benefici della Redenzione, perché noi abbiamo in Gesù la Verità stessa. Splende ai nostri occhi mirabile la sua Parola, una Parola che scioglie tutti i problemi, che fuga tutte le tenebre. In lui abbiamo non un’opinione autorevole, abbiamo la stessa Verità. Quanti uomini sono passati nel corso dei secoli e hanno detto anche delle cose sagge, ma che cosa sono in confronto a Gesù? Meno di quello che possa essere una debole fiammella in confronto col sole. Lui, sole di verità, scioglie tutti i problemi, dà un senso alla vita, dà la prospettiva dell’eternità. In lui siamo diventati ricchi, perché lui ci indica con chiarezza la strada che dobbiamo percorrere, come possiamo piacere a Dio, come possiamo renderci graditi al nostro Creatore, a colui che sarà il nostro giudice. Lui ci ha indicato come criterio di scelta la sua stessa condotta, lui ci ha indicato come modello la sua stessa vita. Non possiamo sbagliare, se noi ricopiamo quello che ha fatto Gesù. Se noi facciamo le scelte come lui le ha fatte, siamo sicuri, piacciamo al Padre, rendiamo fruttuosa la vita, rendiamo la società giusta. Tutto quello che si fa contro di lui si fa contro la nostra stessa felicità, contro il nostro stesso benessere. Più gli uomini si agitano, più gli uomini cercano lontano da lui, meno ottengono. Tutti i mali della società sarebbero sciolti, sarebbe un paradiso la terra, se seguissimo quello che ci ha detto lui, con umiltà e semplicità, perché ci ha insegnato l’amore. Siamo ricchi in lui, perché ci ha donato una partecipazione alla sua stessa vita, la vita divina. Nel cristiano che ha fede non c’è solo un dono, un dono nell’ordine creato, naturale, c’è un dono soprannaturale, c’è un’infusione di vita divina, c’è la grazia, quella grazia che chiamiamo santificante, perché rende grande e degna tutta la nostra vita. Gesù ci ha amato tanto che non ci ha solo dato delle indicazioni o degli esempi, ci ha reso partecipi della pienezza della sua vita, di quella vita che lui ha ricevuto dal Padre e che ha ottenuto di trasmettere a noi con la sua Passione e la sua Morte. Quando noi ci avviciniamo a Gesù, ci avviciniamo a un risorto, il risorto che ci dona i frutti più preziosi di vita, i frutti per il tempo e i frutti per l’eternità. E ancora tutto questo noi lo abbiamo perché Maria ce lo ha donato, il sì della Madonna è stato l’origine di tutti questi doni. Quanto dobbiamo essere riconoscenti alla Madonna! Come dobbiamo starle vicino! Come dobbiamo andare al Natale presi per mano da lei! Come la dobbiamo pregare, perché lei ci dà continuamente Gesù! E con Gesù tutti i benefici della redenzione dal male, della vittoria sul peccato e dell’arricchimento come meditavamo. Quindi alla Vergine rivolgiamo anche stasera la nostra supplica, perché ci doni il frutto del suo grembo, Gesù.