10/05/1973 - Omelia Giovedi III Pasqua

Sant'Ilario d'Enza, 10/05/1973
Omelia, Giovedì III settimana Tempo Pasqua

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At 8, 26-40; Gv 6, 44-51

Nella seconda immagine che ci è presentata da Gesù l’Eucaristia è il pane del viaggio. Un altro pane avevano mangiato gli Ebrei, avevano mangiato la manna, ma erano morti. “Se uno mangia di questo pane, pane vivo disceso dal cielo, vivrà in eterno” (cfr. Gv 6, 51). Vorrei che queste due immagini restassero vive nel nostro cuore, in quel movimento forte che deve essere la vita cristiana, quel dinamismo che è proprio della vita cristiana. Il cristiano non è uno immobile, fermo, che ha ricevuto un dono e lo custodisce gelosamente e basta. Il cristiano è invece colui che si muove, che si muove per il fratello, il cristiano è colui che si muove, che cammina anche quando è nel deserto, perché ha un pane di forza, un pane di vita, che è la carne del Signore, per cui il cristiano sa di appartenere alla Chiesa che è per la salvezza di tutto il mondo, sa di appartenere alla Chiesa che è il Corpo Mistico di Cristo. E perciò il cristiano riconosce che è solo in una forte attività, in una forte ricerca, che attua veramente ciò che il Signore lo ha invitato a compiere. “Nessuno viene a me”, dice il Signore, “se non lo attira il Padre che mi ha mandato” (cfr. Gv 6, 44). Il movimento del cristiano non è un movimento naturalistico, non è un movimento, un meccanismo semplicemente umano. È lo Spirito che guida, che ha guidato Filippo, e che guida chiunque voglia operare nella Chiesa del Signore.

Allora fermiamoci nel chiedere queste tre grazie. La prima: di essere ben consapevoli che ciò che è stato posto in noi è la vita e la vita deve crescere e la vita deve progredire, deve maturare, (?) ogni giorno c’è una novità di speranza che si deve attuare, oggi.

La seconda grazia: riceviamo il dono della fede, non è solo per noi, anche noi siamo obbligati a portare la fede, perché la vera fede è amore e l’amore si comunica, l’amore tende ad espandersi. Non si può credere in Dio, non si può abbracciare la fede e fermarsi lì, senza pensare a chi non l’ha.

E la terza grazia: capire il valore dell’Eucaristia nel nostro dinamismo personale e nel nostro dinamismo comunitario, come senza Eucaristia ripetiamo la storia degli ebrei che furono assorbiti dal deserto, nonostante tanti miracoli e tante cose meravigliose che Dio aveva donato. Perciò capire l’importanza della nostra Messa, della nostra comunicazione al corpo di Gesù. E in questo mese di maggio in modo speciale vorremo come intercessore vero e grande il Cuore Immacolato di Maria. Vorremo quel Cuore che ha saputo fare (?) per Gesù e per noi.

CODICE 73E9O01362N
LUOGO E DATA Sant'Ilario d'Enza, 10/05/1973
OCCASIONE Omelia, Giovedì III settimana Tempo Pasqua
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Eucaristia – vita, apostolato
ARGOMENTI Eucaristia – vita, apostolato
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