22/03/1979 - Omelia Giovedi III Quar

Sant’Ilario d’Enza, 22/03/1979
Omelia, Giovedì III Settimana Tempo Quaresima

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Ger 7,23-28; Lc 11,14-23

Nel Salmo responsoriale, il Salmo 94, sta scritto: “Venite, applaudiamo al Signore, acclamiamo alla roccia della nostra salvezza”. Il Signore si presenta a noi come la sicurezza. È il forte armato che custodisce la nostra casa. E non c’è un altro più forte di Lui. Dobbiamo considerare stasera la virtù della fortezza. La virtù della fortezza è una nostra conquista, ma la perfezione della virtù della fortezza, che è il dono dello Spirito Santo, ci viene direttamente da Dio. È un suo dono. La virtù della fortezza è una conquista che noi facciamo con l’aiuto della grazia del Signore. È il Signore che vuole da noi un’anima costante e fedele, che sappia dimostrare il suo amore. Perché la fortezza è dimostrazione di amore. È forte chi supera le difficoltà di ogni giorno e le difficoltà che arrivano così intempestive. La fortezza ci è necessaria sempre, particolarmente ci è necessaria in quei periodi in cui l’anima è sotto prova. L’anima è come assediata. Se l’anima resiste, se l’anima è forte, l’anima progredisce. Se l’anima invece non sa soffrire per il Signore, non sa lottare, la debolezza entra, entrano i compromessi, entrano le piccole defezioni che conducono al grande fallimento. Noi dobbiamo esercitare la fortezza nelle piccole cose per poterla esercitare nelle grandi cose e nelle prove della vita. “Chi è fedele nel poco”, ha detto Gesù, “sarà fedele anche nel molto”. Ma chi è infedele nel poco che cosa farà nel molto? Avete visto: Gesù parla di tentazioni, parla dei demoni che attentano al nostro bene. Con quanta costanza d’animo, con quanta generosità, con quanto ardore dobbiamo intraprendere il cammino della vita cristiana intesa così nella sua pienezza. Il Signore non ci vuole deboli, non ci vuole fiacchi. Il Signore ci vuole donati interamente. Perciò torna la frase della Sacra Scrittura, nel libro di Tobia, quando si comincia a percorrere bene la via del Signore arriva la tentazione forte. Beato chi è fedele al Signore perché riceverà una grande misura di grazia, una grande misura di gioia. Beato chi è fedele. Il Signore al suo seguito non vuole dei paurosi, non vuole dei tremanti, non vuole dei vili, non vuole degli stanchi. Vuole delle anime che si mettono al suo servizio con tutto il cuore. Servire un Dio così grande, servire la maestà infinita di Dio deve essere la grande nostra gloria, la grande nostra vera realizzazione di vita. E allora, se saremo fedeli, lo Spirito Santo ci farà l’abbondanza del suo dono per cui anche nelle prove più dure saremo sempre vittoriosi, saremo sempre pronti, saremo sempre disponibili. Allora si verificherà quello che dice il Salmo: “Andranno di vittoria in vittoria”. Ma è necessario partire di qui. “Non indurite il cuore”. Siate pronti, siate fervidi e guardatevi da ogni compromesso. Siate pronti, non dite mai :“Signore, aspetta”. Siate aperti, non dite mai “Signore, mi posso fidare di te?”. Dite tutta la vostra gioia di servirlo, tutta la vostra gioia di amarlo in tutte le cose. “Le tue parole, Signore, sono parole di vita eterna”

CODICE 79CNQ01342N
LUOGO E DATA Sant’Ilario d’Enza, 22/03/1979
OCCASIONE Omelia, Giovedì III Settimana Tempo Quaresima
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
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