02/03/1978 - Omelia Giovedi III Quar

Sant’Ilario d’Enza, 02/03/1978
Omelia, Giovedì III Settimana Tempo Quaresima

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Ger 7,23-28; Lc 11,14-23

La condizione nostra su questa terra è una condizione di prova. Dobbiamo superare la prova.

La prova può essere più o meno insistente, più o meno forte, può essere dentro di noi o prendere occasione da cose fuori di noi. La tentazione è una realtà per tutti e il demonio agisce. Il demonio agisce, perché è nemico di Dio e nemico della nostra gioia. Ha detto Gesù di lui che è un bugiardo ed effettivamente le tentazioni sono tentazioni bugiarde, perché ci presentano sempre le cose in una luce falsata. Crediamo che nelle cose proibite ci sia una felicità e avviciniamo la nostra bocca per assaporare questo gusto. La tentazione ci rappresenta una situazione che è tanto sbagliata, soprattutto alcune volte che lo percepiamo, lo percepiamo intimamente, eppure siamo così sciocchi da essere attirati lo stesso.

Siamo così deboli, così fragili. Quanto difficilmente riusciamo a capire con l’intelligenza! È una spinta irragionevole, è l’istinto della nostra povera umanità che viene attratto, che ci fa dimenticare tutte le leggi e tutte le promesse.

Dobbiamo dunque difenderci. Dobbiamo dunque irrobustirci. Dobbiamo dunque fare una barriera a questo irrompere delle tentazioni. Prima di tutto, sapendo che siamo deboli, non ci dobbiamo fidare di noi stessi. Conoscendo che c’è una forza prorompente che poi difficilmente possiamo contenere, dobbiamo stare lontano dai pericoli. Chi ama il pericolo cadrà in esso. Di solito prima di molte cadute c’è una mancanza di prudenza, c’è una mancanza di equilibrio, c’è la presunzione di riuscire. Ecco perché poi i nostri difetti si ripetono e stancamente dobbiamo confessarli.

Veniamo ad esser stanchi ma non decisi. La decisione, evidentemente, viene dalla nostra confidenza in Dio. La decisione viene dalla nostra riconosciuta umiltà di mezzi: siamo poveri, riconosciamoci tali. Allora andiamo a Dio che è nostra fortezza e nostro rifugio. Andiamo da Lui. Abbiamo la forza del suo Spirito, abbiamo l’arma della preghiera e della sua Parola, perché la sua Parola è quella che trasforma il nostro cuore, quella che ci apre gli orizzonti davanti. La Parola di Dio è proprio la nostra vera difesa di ogni giorno. Rifugiarci allora in una confidenza filiale, serena.

Noi non ci dobbiamo agitare di fronte alle tentazioni, non dobbiamo scandalizzarci, tutti provano le proprie tentazioni. Anzi, diceva l’Arcangelo Raffaele a Tobia: “ Perché eri accetto a Dio, è stato necessario che la tentazione ti provasse” (cfr Tb 12, 12-15). Non smarrirci come di fronte all’ineluttabile. Sapere che in noi vi è la potenza di Dio, che Dio ci ha dato quest’arma potente, che Dio è interessato alla nostra lotta, perciò le nostre tentazioni possono essere superate, possono essere superate tutte, possono essere superate bene. Tutto dipende dalla nostra buona volontà, tutto, da quella buona volontà che ci fa meditare la Parola di Dio, ci fa vegliare la Parola di Dio, di quella buona volontà che ripete l’invocazione al Signore, di quella buona volontà che sa essere prudente in ogni occasione.

Rivediamo allora il nostro atteggiamento in rapporto alle tentazioni, se siamo forti oppure se scendiamo a compromessi, se siamo forti oppure se lasciamo entrare in noi la tentazione, se siamo pronti o piuttosto indugiamo e siamo imprudenti.

Guardiamo quali tentazioni particolarmente sono, adesso, insidiose per noi, forse non sono quelle che appaiono subito a prima vista, forse ci sono delle tentazioni nascoste, che agiscono con forza. Mancanze di riflessione, mancanze di indagine ci rendono sprovveduti.

Esaminare meglio e proporre molta decisione, una decisione da farci proprio così, come è nell’immagine di Gesù, un forte armato che custodisce la sua casa.

CODICE 78C1Q01342N
LUOGO E DATA Sant’Ilario d’Enza, 02/03/1978
OCCASIONE Omelia, Giovedì III Settimana Tempo Quaresima
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI La tentazione
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