Ger 7,23-28; Lc 11,14-23
Vi erano molti indemoniati al tempo di Gesù, ma forse ve ne sono di più adesso. Sono indemoniati quelli che sono presi dalla frenesia dell’odio di Dio, del calpestare la sua legge, della guerra contro la sua Chiesa. Sono occupati dal demonio, sono guidati da lui, per dirlo con una frase forte del Signore Gesù: “Sono i figli di Satana”. Noi possiamo poco contro di essi, ma il Signore può tutto. A noi resta la preghiera, a noi resta la confidenza totale nella potenza di Cristo risorto. Ma vi sono anche degli indemoniati nell’interno della Chiesa. Noi diciamo così: vi sono dei demoni muti che occupano, che fanno strage di certe anime. Voi lo sapete quello che dicono i santi: il demonio muto è quello che impedisce di parlare nella confessione. Quando uno si confessa male è per una brutta strada perché, invece di approfittare del sacramento della misericordia, invece di volere sconfiggere il demonio con una potenza così grande come c’è nel sacramento, no, no, soggiacciono al demonio, non si confessano bene, non portano alla confessione il pentimento dei loro peccati, vanno alla confessione senza vera contrizione del cuore. Sono muti. Non esprimono dolore. Esprimono indifferenza. Sono muti. Non dicono bene i loro peccati, per vergogna o per un altro qualsiasi motivo umano. Si confessano , ma, invece di ricevere il perdono, commettono un orribile peccato di sacrilegio. E il demonio muto è terribilmente potente. Guai a chi si lascia prendere da lui, guai a chi non porta nella confessione un vero sentimento di penitenza, va con leggerezza, va con superficialità, racconta i suoi peccati come una storiella qualsiasi. E guai a chi non esprime sincerità nella confessione. È bugiardo anche davanti al tribunale della misericordia. La mia esortazione è questa: guardate, specialmente in questo tempo di quaresima, di fare un giudizio critico delle vostre confessioni. Lo dico ai piccoli e lo dico ai grandi: fate un giudizio critico delle vostre confessioni. Guardate se sono valide, se sono veramente degli atti di conversione. Si deve andare alla confessione col vero proposito di convertirsi, di cambiarsi, di trasformarsi. Altrimenti la confessione non serve. Non è un gesto magico che cancella come una forma qualsiasi di spugna, non è così. La confessione è immensamente potente, ma tu devi essere disposto. E per essere disposto devi fare una seria riflessione prima della confessione. Devi muovere il tuo cuore, piangere i tuoi peccati, guardare il Crocefisso, pensare che se non fai una buona confessione tu ti metti con coloro che facevano finta di inchinarsi davanti a Gesù e poi gli davano degli schiaffi o gli sputavano in faccia. Facevano finta. Anche uno che si confessa male fa finta di onorare Dio e in realtà lo oltraggia gravemente. Confessiamoci spesso, ma confessiamoci bene. Confessiamoci spesso per purificare la nostra coscienza, ma stiamo bene attenti, c’è l’abitudine anche al confessarsi. Non ci si confessa perché è il giorno delle confessioni. Ci si confessa perché si ha voglia di cambiare, perché c’è una volontà precisa e forte. Per andare verso la strada del Signore bisogna cominciare dalle confessioni. Delle confessioni vere, delle confessioni umili, delle confessioni forti, delle confessioni in cui si manifesta con molta sincerità il proprio cuore, delle confessioni in cui si prende l’ammonimento del confessore con molto impegno, in cui si cerca di fare una confessione che comporta una penitenza, che veramente vogliamo applicare. Ed allora, quando dopo la confessione faremo il ringraziamento, sentiremo che veramente è cambiato qualche cosa, la strada è diversa, la volontà è più forte. Si degni il Signore di darci la grazia di una santa confessione perché pensate a uno che arrivi in punto di morte e abbia fatto delle confessioni cattive. Pensate? La cosa è terribile. Ed è per questo che ci dobbiamo impegnare fino in fondo.
CODICE | 77CGQ013 |
LUOGO E DATA | Sant’Ilario d’Enza, 17/03/1977 |
OCCASIONE | Omelia, Giovedì III Settimana Tempo Quaresima |
DESTINATARIO | Comunità parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI |
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