2 Sam 7, 18.19. 24-29;Mc 4, 21-25
I cristiani sotto il moggio sono i cristiani che rinunciano ad una loro posizione vitale: “Risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché lodino il Padre vostro” (cfr. Mt 5, 16); è una posizione di viltà, è una posizione di comodo, è una posizione di rinuncia.
Il cristiano deve essere luce, deve essere luce posta in alto, perché tutti ne possano usare. Abbiamo ascoltato la prospettiva meravigliosa che aveva Davide: era un pastore ignorato da tutti, il Signore gli ha mandato il suo profeta, lo ha consacrato, lo ha chiamato ad essere re. Lo ha fatto diventare re e quando Davide, riconoscente, dice al Signore: “Io ti farò una casa, farò un grandioso tempio al tuo nome” (cfr. 2 Sam 7, 1-3), il Signore rifiuta e dice: “No, non tu farai una casa a me, io farò una casa a te, una casa che non conoscerà tramonto” (ib. 11). E Davide in quel momento si sente posto in una storia assai più grande di lui, in una storia che ha il suo culmine nel tempio vero di Dio, che è stato Gesù. Gesù porrà la sfida agli Ebrei: “Distruggete questo tempio e io lo riedificherò in tre giorni” (cfr. Gv 2, 19). Vedete, l’esempio di Davide si traduce nella nostra vita. Ritornano le parole di Gesù: “Il più piccolo del regno di Dio è più grande di quelli che sono stati prima” (cfr. Mt 18, 4). Ritorna il versetto del Salmo responsoriale: “Tu sei fedele Signore in ogni tua parola”.
Col Battesimo il Signore ci ha colmati di una grande dignità, ci ha dato dei doni inestimabili, perché noi fossimo suoi, perché noi costituissimo la Chiesa, perché dunque noi, come Chiesa di Dio, portassimo al mondo la luce. Stiamo vivendo la settimana di spiritualità che viene da don Bosco, una spiritualità fervida, entusiasta, una spiritualità quella di don Bosco veramente magnifica. Don Bosco ha posto così se stesso, per essere nel piano di Dio suscitatore di tante energie, per richiamare ogni cristiano, in particolar modo ogni ragazzo, ogni giovane a vivere questa vocazione piena. Devi essere luce: quanto c’è da purificare! Devi essere esempio: quanto ti resta ancora da costruire! Ti devi abbandonare alla provvidenza di Dio in una spiritualità gioiosa e forte! La spiritualità di don Bosco è contrassegnata dalla gioia: devi essere nella gioia, perché Dio ti ama, devi essere nella fortezza perché Dio ti è vicino. Diceva don Bosco: “Dio ti vede”, cioè Dio ti è vicino con amore! Dio non ti domanda nulla di troppo gravoso e di troppo pesante, tu puoi essere per te, tu devi essere per tutti! Bisogna guardare al lucerniere, è lì il nostro posto, in alto. E perciò dobbiamo disdegnare tutto quello che in qualche maniera tenta di fermarci, di farci amare i posti in fondo, sulla terra, sul fango. Ecco allora il nostro proposito: acconsentire e collaborare al piano di Dio, che è meraviglioso per ognuno di noi come lo è stato per Davide. Dio vuol fare di noi un vero collaboratore, Dio vuol fare di noi un artefice del suo regno. E’ in questo che, dunque, ci dobbiamo impegnare e per questo dobbiamo pregare don Bosco.
CODICE | 76AUO01332N |
LUOGO E DATA | Sant'Ilario d'Enza, 29/01/1976 |
OCCASIONE | Omelia, Giovedì III settimana Tempo Ordinario |
DESTINATARIO | Comunità parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | San Giovanni Bosco |
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