Es 32,7-14; Gv 5,31-47
La liturgia oggi ci parla di quella che potremmo dire la nostra singolarità. Un cristiano è un uomo singolare? Ecco, un cristiano cerca e deve cercare con tutte le forze la volontà di Dio. E quando la volontà di Dio non è conforme all’opinione degli altri uomini, allora il cristiano diventa un essere singolare. Non dunque perché lui si debba considerare di più di un altro, non perché lui voglia dei privilegi, non perché lui ostenti la sua giustizia come l’ostentavano i farisei, ma perché è in servizio di Dio. È un servo di Dio. Avete ascoltato le letture. Il libro della Sapienza che ci parla di questa persecuzione che subisce il giusto e che diventa insopportabile. Dicono gli altri: “È diventato per noi una condanna dei nostri sentimenti. Ci è insopportabile solo al vederlo, perché la sua vita è diversa da quella degli altri”. E abbiamo ascoltato Gesù che sottolinea la sua strada di fronte ai Giudei. Quando i suoi fratelli vanno alla festa, Lui non va con loro. Anzi, quando glielo chiedono, dice che non sarebbe andato con loro. Lui ha un’altra strada. Lui ha un’altra visione. Lui deve compiere ciò che vuole il Padre. E i Giudei si scandalizzano perché si trovano di fronte ad un Messia che non è secondo le idee che si erano prefabbricate. È un Messia che ha un modo di comportarsi, un modo di apparire, un modo di parlare che sconcerta tutto quello che è il loro piano mentale. Sono disorientati. E dicono: “Non può essere il Cristo”. Perché? “Perché non è come lo immaginiamo noi”. Ecco la sostanza. Il Signore ci ha insegnato ad essere molto umili, ma nell’umiltà è racchiusa la fortezza. Cosa vuol dire essere umili se non riconoscere i propri limiti ed accettare fino in fondo tutta la volontà di Dio? E quando sappiamo che quella è la volontà di Dio, nulla ci deve fermare. Assolutamente nulla. Dobbiamo essere non solo contenti, ma se siamo ben sicuri, dobbiamo essere inflessibili. La volontà di Dio sopra tutto. Ecco perché la dobbiamo cercare questa volontà. Ecco perché dobbiamo intensificare la preghiera che ci ha insegnato il Signore: sia fatta la tua volontà. Ecco perché dobbiamo essere sempre pronti a cambiare quando scopriamo che la volontà di Dio è in un altro senso da ciò che noi ci eravamo prima immaginati. Cercare ciò che vuole il Signore. Voi lo sapete, Iddio si manifesta nell’intimo dell’anima nostra. È la nostra coscienza che ci dice, è la nostra coscienza che ci proclama, è la nostra coscienza che urge e ci presenta la volontà di Dio. Dobbiamo essere delle persone profondamente oneste perché l’onestà è seguire la coscienza. Dobbiamo essere molto generosi nell’illuminare la nostra coscienza perché il Signore vuole la nostra collaborazione e noi collaboriamo a formarci la coscienza. Collaboriamo studiando la Parola di Dio, ascoltando la parola della Chiesa, consigliandoci, soprattutto pregando. È con la preghiera che noi buttiamo via i falsi motivi che possono oscurare la nostra coscienza, è con la preghiera che noi acquistiamo lucidità e limpidità. La preghiera per una retta coscienza e la retta coscienza per scoprire sempre di più la volontà di Dio a nostro riguardo momento per momento. Ecco, è in questo ordine che, mi pare, la liturgia insista.
CODICE | 74CTQ01343N |
LUOGO E DATA | Sant’Ilario d’Enza, 28/03/1974 |
OCCASIONE | Omelia, Giovedì IV Settimana Tempo Quaresima |
DESTINATARIO | Comunità parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI |
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