02/04/1981 - Omelia Giovedi IV Quar

Sant’Ilario d’Enza, 02/04/1981
Omelia, Giovedì IV settimana Tempo Quaresima

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Es 32,7-14; Gv 5,31-47

Abbiamo ascoltato Gesù che presenta se stesso, dà le garanzie che Lui è l’inviato del Padre. Il Suo discorso è un discorso terribile, perché fa vedere a questi ebrei che Lo contraddicevano, come erano falsi e nella loro falsità avevano una terribile condanna. Gesù ha la testimonianza di Giovanni, ha la testimonianza delle Sue opere, ha la testimonianza delle Scritture. Questi uomini che si dicono religiosi, che dicono di ascoltare la Scrittura e Mosè, in realtà non ascoltano che se stessi, non ascoltano che il loro egoismo, il loro interesse, la loro gloria, e Gesù, così, li inchioda alla loro responsabilità. Non hanno amore, quindi non possono nemmeno accogliere la testimonianza ed essere loro stessi testimoni del bene e della Volontà di Dio. Bisogna allora che anche noi ci confrontiamo, perché potremmo essere esteriormente buoni e religiosi ma interiormente mancare dell’amore, e perciò mancheremmo dell’essenziale. E mancheremmo se in noi non ci fosse questa ricerca della volontà di Dio, questa ricerca di Gesù, questa volontà per cui saremmo vuoti e incoerenti. Meditiamo soprattutto sulle parole di Gesù: “Ma io vi conosco e so che non avete in voi l’amore di Dio”, e interroghiamoci e diciamoci: lo meritiamo noi questo rimprovero: “Non avete in voi l’amore di Dio”? Come si fa a conoscere se c’è un vero amore di Dio o se non c’è? Il Signore stesso ce l’ha indicato: uno che ama Dio cerca la gloria di Dio, uno che non ama Dio cerca la propria gloria. Cioè, il fine che si propone è quello che illumina tutte le azioni. Se noi cerchiamo l’amore di Dio, se cerchiamo quello che piace a Dio, quello che dà onore a Dio, se noi cerchiamo tutto quello che è nei comandamenti di Dio, noi possiamo dire che abbiamo il segno della salvezza, ma se, sotto degli aspetti falsi, noi cerchiamo invece ciò che ci piace, ciò che ci solletica, ciò che in qualche maniera forma la nostra egoistica soddisfazione, siamo fuori strada: non solo, non possiamo dire di amare Dio, ma tutta la nostra vita invece di essere testimonianza è scandalo. Dobbiamo quindi con umiltà, con profonda umiltà, con un realismo cristiano molto forte interrogarci su quella che è veramente la nostra esistenza: è per Iddio o no, è tutta per Iddio oppure è per la nostra forma più o meno evidente di egoismo? La risposta la mediteremo durante la Messa contemplando il sacrificio che Gesù rinnova, perché Lui ha amato il Padre e nell’amore del Padre ha salvato il mondo.

CODICE 81D1Q013
LUOGO E DATA Sant’Ilario d’Enza, 02/04/1981
OCCASIONE Omelia, Giovedì IV settimana Tempo Quaresima
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI L’autenticità della nostra testimonianza
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  • “È evidente come Don Pietro abbia vissuto il suo sacerdozio
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