Es 32,7-14; Gv 5,31-47
Meditiamo su questo terribile rimprovero che Gesù rivolge ai suoi nemici, ai suoi accusatori. Credevano di essere religiosi, anzi si ponevano come esempio di religiosità. Dicevano di essere seguaci di Mosè, ma non era niente di tutto questo. Gesù precisa con molta fortezza: “Non avete mai udito la voce del Padre, né avete visto il suo volto e non avete la sua parola che dimora in voi”. Avevano una loro religiosità, un loro modo con il quale distruggevano tutto. Ecco perché non credevano in Gesù. Con l’intelligenza potevano capire, ma era la volontà che non mettevano a servizio delle opere di Dio. E per questo, perché cercavano se stessi, perché cercavano la loro gloria, perché cercavano il plauso dagli altri, non avevano in loro l’amore di Dio. Non l’avevano. Perché l’amore di Dio è quando si cerca Dio e lo si cerca per onorarlo, quando lo si cerca per metterci a servizio del suo Regno. Dovete pensare spesso alla vostra religiosità. Particolarmente in questa ultima parte della quaresima. Com’è la mia religiosità? Com’è lo sviluppo della mia fede? Come cerco nelle cose la volontà di Dio? È la volontà di Dio il tutto. È cercare ciò che è a lode di lui, ciò che è a bene delle anime. Non cercare la propria soddisfazione, non cercare il proprio interesse, non cercare la lode dagli altri. Con questo noi maschereremmo una religiosità che non c’è. Con questo noi saremmo evidentemente sempre più poveri anziché arricchirci della Parola di Dio e del suo amore. Impegniamoci questa sera a un’autocritica di noi stessi. Impegniamoci a vedere quanta buona intenzione mettiamo nelle cose, come cerchiamo di piacere al Signore, come cerchiamo di avere una vera religiosità, combattendo i peccati e i difetti e donandoci con generosità piena al bene degli altri. Amare Dio, amare il prossimo. Ecco sta tutta qui la legge. Amare Dio: perché degno infinitamente di amore. Amare il prossimo: perché in esso c’è l’immagine di Dio. Impegniamoci perciò ad avere un miglioramento nella nostra devozione e pietà. In questi giorni in cui più insistentemente ci viene mostrato il Crocefisso, più insistentemente leggiamo in questo grande libro e impariamo come si fa ad amare il Padre e ad amare il prossimo.
CODICE | 86CCQ01343N |
LUOGO E DATA | Sant’Ilario d’Enza, 13/03/1986 |
OCCASIONE | Omelia, Giovedì IV Settimana Tempo Quaresima |
DESTINATARIO | Comunità parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI |
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