Es 32,7-14; Gv 5,31-47
Tutta la vita spirituale cristiana converge a Gesù, è incontrarsi con Lui, è credere in Lui e credere che Lui risorto è il centro di tutto l’universo, è il centro della Chiesa. Noi dobbiamo perciò adoperare tutti i mezzi per arrivare a una migliore conoscenza di Gesù, arrivare a un amore forte a Lui, perché Lui ci porta al Padre.
Ogni altro tracciato è illusorio, non c’è che questa precisa finalità: arrivare a Gesù nella fede, identificarci con Lui nella carità, perché un cristiano deve essere un prolungamento di Cristo. E come possiamo arrivare a tanto? Ci dice san Paolo che Colui che ci insegna tutto, che ci insegna lo spirito di adozione, che ci insegna a pregare, è lo Spirito Santo. È nella grazia dello Spirito Santo che noi impariamo la vera vita spirituale. La vera vita spirituale è alla sua scuola. Perciò quanta importanza ha il prendere coscienza che l’anima della nostra anima è lo Spirito Santo, che è lo Spirito Santo che ci suggerisce tutto, è lo Spirito Santo che ci fa risplendere la verità, è lo Spirito Santo che ci educa. Perciò bisogna che noi siamo ben sensibili e ben pronti.
Ecco, vorrei che questa sera la nostra preghiera fosse proprio in questo senso: la preghiera allo Spirito perché ci faccia un’unica cosa con Gesù, ce lo faccia conoscere, ci faccia conoscere quello che dobbiamo fare e quanto dobbiamo operare. Perciò ci proporremo di essere molto attenti a questa grande verità, che lo Spirito Santo è nella Chiesa, che lo Spirito Santo abita in ogni anima in grazia e vi abita non come solamente ricevere un onore, vi abita come forza propulsatrice, vi abita con una dinamica divina. Abita in noi e vuole trasformare tutto quello che è in noi, perché da umani diventiamo divini, perché da grossolani diventiamo sensibili, perché sempre la nostra vita sia una salita verso le cose superiori.
Quindi: “Io credo nello Spirito Santo”, dobbiamo dire, “credo che lo Spirito Santo è in me per ispirarmi, per guidarmi, è in me per parlare, è in me per santificarmi”. Devo allora pormi in una posizione di discepolo: ascolto, ascolto e faccio perciò silenzio per ascoltare e mi lascio condurre. Docilità.
“Lo Spirito Santo vi insegnerà tutto” (Gv 14, 26), ha detto Gesù. Ecco, lo Spirito Santo ci vuole rendere molto attenti e molto sensibili. Questa sua azione è un’azione progressiva. Dobbiamo perciò porci con umiltà, con desiderio, con continuità, con rispetto, sapendo che è solo così, nell’umiltà e nel rispetto, che ci trasformiamo nel suo tempio e possiamo dare gloria in tutte le nostre cose. Docilità allo Spirito che viene particolarmente nella preghiera, che viene nei nostri doveri principali, soprattutto in relazione ai fratelli, che viene nei momenti più difficili, nelle tentazioni e nei pericoli. Lo Spirito Santo è in noi per renderci fortissimi, lo Spirito Santo è in noi per renderci veramente illuminati e decisi.
Ascoltiamolo, ascoltiamolo sempre, abbiamo questa grande umiltà di riconoscere che noi non possiamo guidare noi stessi, ma come figli di Dio dobbiamo essere guidati e consacrati dal suo Spirito.
CODICE | 78C8Q01343N |
LUOGO E DATA | Sant’Ilario d’Enza, 09/03/1978 |
OCCASIONE | Omelia, Giovedì IV Settimana Tempo Quaresima |
DESTINATARIO | Comunità parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | La vita spirituale opera dello Spirito Santo |
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