22/04/1976 - Omelia Giovedi Ottava Pasqua

Sant'Ilario d'Enza, 22/04/1976
Omelia, Giovedì Ottava di Pasqua

Ascolta l'audio

At 3, 11-26; Lc 24,35-48

Fatica a persuaderli. Appare loro nella meraviglia della sua resurrezione, ma loro stentano a credere. Ecco, quando arrivano alla fede, arrivano alla salvezza, arrivano alla santità. Ci dobbiamo interrogare, dobbiamo porci con serietà questo problema: ma noi crediamo? O la nostra fede resta ancora, così, qualche cosa d'informe, di troppo vago, di troppo annebbiato, per poterla definire fede vera, fede grande, abbandono gioioso alla provvidenza di Dio? Il più grande fatto della provvidenza di Dio è la risurrezione di Cristo, avere fiducia in Dio e nella sua provvidenza vuol dire accogliere questo grandissimo miracolo come base di tutta la nostra vita cristiana.

La nostra fede allora può e deve affermarsi, la nostra fede vuol dire essere ben sicuri che Cristo è risorto, che Cristo è il vivente, che Cristo è presente in mezzo a noi, che Cristo Signore si dona a ciascuno di noi nella forza della sua resurrezione. Oh, per darci una risposta, dovremmo solo chiederci come sono le nostre Comunioni! Se le nostre comunioni ci portano solo a incontrarci con una cosa sacra, se le nostre Comunioni non sono un incontro tra due persone, se le nostre Comunioni sono qualche cosa di estremamente vuoto e distratto, noi non siamo ancora nemmeno nella soglia della fede, non abbiamo cominciato ancora a credere, perché nella Comunione noi non abbiamo un’immagine di Cristo, perché nella Comunione noi non abbiamo un semplice ricordo di Cristo, ma nella Comunione noi abbiamo Cristo vivo, vero e reale, in corpo, sangue, anima e divinità. Nella Comunione noi abbiamo qualche cosa di molto simile a quello che hanno avuto gli apostoli nell’apparizione; i nostri occhi non vedono, ma c’è lui, i nostri occhi non vedono, ma il nostro cuore sente che è lui!

Quanta responsabilità nel far male la Comunione! Ci sono delle Comunioni sacrileghe e queste sono qualche cosa di unico con il bacio di Giuda. Ci sono delle Comunioni in grazia di Dio ma distratte, ma superficiali: non producono frutto. Ci sono delle Comunioni solamente devote e portano poco frutto. Ci sono delle Comunioni che realizzano un incontro vivo, vero, un incontro forte con il Signore, ecco, queste portano salvezza, queste portano gioia, queste portano un meraviglioso frutto, queste sì. E ci dobbiamo interrogare, in questo Tempo di Pasqua, proprio sulla nostra relazione con Cristo risorto nell’Eucarestia. La Messa è la rinnovazione di tutto il Mistero Pasquale, c’incontriamo con la morte del Signore, ma ancora con la sua resurrezione e la proclamiamo, dobbiamo proclamarla non solo con le parole ma con tutta la vita.

Ecco, sia la nostra meditazione dunque così: il Signore è contento dei nostri incontri con lui? Che cosa manca ai nostri incontri, soprattutto alle Comunioni? Gli incontri di preghiera preparano le Comunioni? Le Comunioni creano in noi un’atmosfera di fede, per cui traduciamo la nostra Messa nella nostra vita? Testimoni di Cristo Risorto, ecco che cosa dobbiamo essere ed è in questo che noi allora insisteremo fino in fondo.

CODICE 76DNO01360N
LUOGO E DATA Sant'Ilario d'Enza, 22/04/1976
OCCASIONE Omelia, Giovedì Ottava di Pasqua
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Nell’Eucarestia la Comunione con Cristo risorto
Condividi su
MOVIMENTO FAMILIARIS CONSORTIO
Via Franchetti, 2
42020 Borzano
Reggio Emilia
Tel: + 39 347 3272616
Email: info@familiarisconsortio.org
Website: familiarisconsortio.org
  • “È evidente come Don Pietro abbia vissuto il suo sacerdozio
    tra la vita delle persone, condividendo tutto. 
    In fondo, forse, è il segreto più prezioso che ci ha svelato.”
    Umberto Roversi

© 2022 Movimento Familiaris Consortio | Via Franchetti, 2 42020 Borzano (RE) | info@familiarisconsortio.org |Privacy Policy | COOKIE POLICY | SITEMAPCREDITS