14/04/1977 - Omelia Giovedi Ottava Pasqua Imposizione Scapolare

Sant’Ilario d’Enza, 14/04/1977
Omelia, Giovedì Ottava Pasqua - Imposizione Scapolare

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At 3, 11-26; Lc 24, 35-48

Gli apostoli prima sono stupiti e spaventati, poi una grande gioia invade il loro animo, una gioia, una certezza, una pienezza tale che li accompagnerà per tutta la vita.

Se ci pensiamo bene non è poi tanta la differenza tra noi e loro: se siamo fondati bene nella fede, la vita di un cristiano è un’esperienza di Cristo, un’esperienza di Cristo risorto perché, se visibilmente è apparso a loro, sappiamo che la sua presenza non manca nella Chiesa. Lui è sempre vivo in mezzo a noi, è sempre con noi ed è nello stesso atteggiamento d’allora, una presenza famigliare e serena: “Avete qualcosa da mangiare?”, una presenza che assicura: “Bisogna che si compiano tutte le cose scritte”, una presenza che ci dà il senso della nostra vita: “Era necessario che il Cristo patisse e poi risorgesse”.

Noi, fatti a sua immagine, abbiamo lo stesso tracciato, un tracciato di prove e di cose umili e di lavoro, finché lui ci aspetterà nella gloria.

E’ necessario perciò che noi accresciamo la nostra fiducia, la nostra conversazione, il nostro intrattenerci con Gesù risorto.

Noi lo troviamo in tanti modi nella Chiesa e il modo privilegiato è la sua Eucarestia, dove abbiamo una vera esperienza di fede, una vera esperienza di contatto, abbiamo la nostra anima che lo riceve nel suo corpo vivo, vero e reale. Ed è quindi nell’Eucarestia dove noi dobbiamo sviluppare particolarmente la nostra fede e crescere nella grazia, perché l’Eucarestia ci è data proprio come un nutrimento e ci è data per la salvezza del mondo, se sappiamo unirci così a Cristo, offerto di nuovo per noi sull’altare. E’ una comunione profonda d’intenti e di cuore.

Ecco perché la fede è la prima cosa, è la grande cosa che noi dobbiamo chiedere. E’ nell’Eucarestia che si verifica il vero crescere della Chiesa, attorno all’Eucarestia fioriscono le anime nella grazia e nella santità.

Così l’Eucarestia resta il nostro vero centro, al quale dobbiamo rivolgere sempre il nostro cuore, al quale dobbiamo rapportare sempre le nostre azioni: Cristo vivo, presente nella Chiesa.

Per questo il gruppo, che questa sera intende prendere lo scapolare, ha voluto sottolineare questo senso della presenza di Cristo particolarmente nell’Eucarestia e ha voluto così farsi guidare dalla Madonna, perché la Madonna è sempre quella che ci introduce in Gesù e nell’Eucarestia veneriamo il vero corpo nato dalla Vergine.

Che cosa allora noi auguriamo a questo gruppo, che intende mettersi in modo particolare nella devozione alla Madonna? Auguriamo questa fede profonda, fede grande e fede travolgente, perché la fede ci è data per nostra gioia, per nostro arricchimento, ma ci è data perché possiamo comunicarla. Una fede viva, una fede in Cristo risorto, una fede meravigliosa nell’Eucarestia e non semplicemente una piccola devozione, una grande, grande devozione, una devozione che possa far sentire come la nostra vita è Cristo, che possa far sentire come sempre, in ogni momento, dobbiamo tradurre Cristo, irradiare Cristo, manifestare Cristo.

Ecco, e la seconda cosa, il secondo augurio è che possano sentire la vocazione che parte dall’Eucarestia, la vocazione ad essere Chiesa, ad essere comunità, ad essere comunità di grazia e di amore, una comunità operante.

Il senso di essere Chiesa porta all’amore, porta al preoccuparci degli altri, porta a un’amicizia sincera, non intesa come fine a se stessa, ma intesa come la migliore manifestazione al mondo che Cristo è in mezzo a noi, che Cristo opera in noi.

Un terzo augurio è che possano così avere il coraggio di imitare sempre la Madonna, di farsi accompagnare da lei, di farsi guidare da lei, di essere particolarmente preoccupate di manifestare in loro stesse le virtù della Madonna, particolarmente la virtù splendida e luminosa della purezza.

Ecco così tre cose, tre auguri che si traducono in preghiera, che vogliono essere movimento di grazia, movimento ascensionale di grazia per mete sempre più grandi.

CODICE 77DDO01360I
LUOGO E DATA Sant’Ilario d’Enza, 14/04/1977
OCCASIONE Omelia, Giovedì Ottava Pasqua - Imposizione Scapolare
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI La fede nell’Eucarestia
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