07/04/1977 - Omelia Giovedi Santo

Sant’Ilario d’Enza, 07/04/1977
Omelia, Giovedì Santo

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Es 12,1-8. 11-14; 1Cor 11,23-26; Gv 13,1-15

In profondo spirito di fede ci raccogliamo a ricordare e a rinnovare la Cena del Signore, un momento di grande amore, un momento di suprema donazione, un momento nel quale Cristo dona tutto quanto può donare. Vorrei per la nostra meditazione distinguere tre momenti. Questo giorno anticamente era chiamato “il giorno del Calice”, proprio perché le parole del Signore: “Potete bere il calice che io berrò?”, le parole rivolte ai figli di Zebedeo, sono le parole rivolte a tutta la Chiesa, a tutti noi. Bere il suo calice, perché l’Eucarestia è istituita come sacrificio, è istituita come oblazione suprema. E noi tutti, accostandoci all’Eucarestia, dobbiamo ricordarci che siamo invitati ad associarci alle sofferenze di Cristo per la salvezza del mondo. Se Cristo ha istituito un sacrificio permanente, se Cristo ha voluto rinnovare questa sua offerta, è per associare noi, per renderci partecipi, per darci la dignità di coloro che salvano. Giorno del Calice, giorno del sacerdozio, perché il sacerdote è quello che si può definire l’uomo del Calice, l’uomo che, posto dal Signore in mezzo ai suoi fratelli, più profondamente ne partecipa l’ansia, più intensamente ne partecipa il dolore, più fortemente è a servizio di tutti. Giorno del Calice: Gesù ha donato alla sua Chiesa i sacerdoti perché fossero vero lievito, perché particolarmente fossero sale della terra, luce del mondo. Noi dobbiamo ringraziare Gesù di questo dono. E dobbiamo pregare perché tutti i sacerdoti siano degni della loro vocazione, sentano la loro responsabilità e abbiano la forza di corrispondervi fino in fondo. Dobbiamo voler bene ai sacerdoti proprio perché hanno preso in mano questo Calice nonostante la loro povertà e fragilità e l’hanno innalzato per la salvezza del mondo. Il Giovedì santo è ancora il giorno della Tradizione. Tradizione nel significato latino della parola: darsi, tràdere. Perché Cristo Signore non si è accontentato di darsi ai suoi quella sera, ma ha voluto che tutto il mondo, tutte le generazioni degli uomini fossero veramente commensali, suoi commensali, partecipassero al dono più grande che è comunicazione di amore, è comunicazione profonda di grazia. Purtroppo nel significato latino è sottointesa anche un’altra cosa: è il giorno che si è verificato il tradimento. Gli uomini hanno corrisposto a questo colmo di amore con il tradimento. Terribile! Giorno del tradimento, quando gli uomini hanno venduto Cristo. Ecco, di fronte all’Eucarestia il pericolo nostro sta qui: non valutarne abbastanza la grandezza e scambiarla con tutti i nostri interessi e con tutti i nostri egoismi. Dobbiamo pregare il Signore di ricevere sempre l’Eucarestia con un cuore puro, con un cuore aperto, con un cuore santo. Dobbiamo temere di essere nella figura di Giuda. E ancora il Giovedì Santo è il giorno del Mandato, dalle parole di Gesù: “Vi comando che anche voi facciate quello che ho fatto io”, il suo gesto di umiltà nel lavare i piedi. Ecco perché il Giovedì santo è il giorno della carità fraterna, il dono della comunione fraterna. Ecco perché il Giovedì santo è il giorno in cui ci sentiamo più famiglia, ci sentiamo più uniti. Sentiamo di essere un’unica cosa noi che mangiamo uno stesso pane. Per questo la nostra sincerità fondamentale, una sincerità piena, una sincerità grande, di non essere falsi, di non esprimere nella liturgia ciò che rinneghiamo nella vita pratica, di non esprimere sufficientemente questa nostra carità e chiuderci in noi stessi. Io vorrei che questa sera facessimo i propositi migliori per la bontà pasquale. Vorrei che questa sera ci sentissimo così disposti a perdonare a tutti, così disposti all’amicizia con tutti, così pronti da essere veramente nello spirito di Gesù, quello spirito di Gesù che ha chiamato Giuda col nome di amico.

Ecco il nostro Giovedì Santo: un Calice, un Pane, un Amore. Una fraternità con Gesù, una fraternità tra di noi. Per commemorare così, ma rivivere così fino in fondo quello che ci ha dato il Signore.

CODICE 77D6Q013
LUOGO E DATA Sant’Ilario d’Enza, 07/04/1977
OCCASIONE Omelia, Giovedì Santo
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
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