Es 12, 1-8. 11-14; 1 Cor 11, 23-26; Gv 13, 1-15
È sempre con commozione che rinnoviamo l’Ultima Cena, quella Cena. Nell’ora del tradimento scoccava l’ora dell’amore infinito, scoccava l’ora di un amore che ha voluto donarsi agli uomini, a tutti gli uomini per tutti i tempi. Si è voluto donare per amore, un amore di cui non si può immaginare uno maggiore.
Tre doni particolarmente ci ha garantito Gesù con l’istituzione dell’Eucarestia.
Ci ha donato la preziosità del rinnovarsi del suo sacrificio. L’Eucarestia sarà presente nella vita degli uomini, ma sarà presente mediante la ripetizione del suo sacrificio. Ogni Messa infatti non è solo un ricordo: è un vero e proprio sacrificio. Gesù ripresenta al Padre il suo sacrificio, il suo amore, lo ripresenta per gli uomini che, nonostante tutto, continuano a peccare e a infangare la loro anima.
Il secondo dono che ci ha dato il Signore è stato il sacerdozio, perché l’Eucarestia si verifica grande miracolo per mezzo dei sacerdoti, i ministri del suo amore, coloro che rinnovano il suo potere, che rinnovano così la sua donazione. Quanto dobbiamo stimare il sacerdozio e quanto dobbiamo saperlo vedere con fede! Al di là della povera umanità di ogni sacerdote, dobbiamo vedere la presenza magnifica di Cristo che parla, che agisce, che dona se stesso.
E il terzo dono, che ci ha dato Gesù, è stato la magnifica realtà della sua Chiesa, perché dandoci l’Eucarestia, ci ha dato la Chiesa. È l’Eucarestia che continuamente forma la Chiesa, perché gli uomini imparino a volersi bene, ad amarsi, a donare l’uno all’altro quanto hanno e quanto posseggono. Oh, ci ha insegnato che la Chiesa è il luogo della carità, che nella Chiesa gli uomini devono trovare la via, devono trovare l’indirizzo, devono trovare la pace. La Chiesa è maestra, la Chiesa è guida; la Chiesa nasce, nascendo l’Eucarestia.
Oh, sì, stasera dobbiamo avere il cuore gonfio di riconoscenza! Dobbiamo sentire il palpito del Cuore del Cristo! Dobbiamo imparare ad essere veramente i fedeli discepoli! Dobbiamo imparare! Dobbiamo in Lui saper superare tutte le nostre difficoltà: in Lui dobbiamo imparare l’umiltà, da Lui dobbiamo imparare lo spirito di sacrificio, da Lui dobbiamo imparare a vincere le nostre tentazioni.
Il Signore quanto è stato buono, quanto è stato grande! “Vi do un comandamento nuovo – dice il Signore – che vi amiate a vicenda come io ho amato voi” (Gv 13, 34); sentite: amarci a vicenda, come Lui ha amato noi.
Ecco, stasera raccogliamo la sua parola, seguiamo il suo esempio. Doniamoci, doniamoci! Il Signore domanda e il Signore ci dà la forza per questo dono: dono a Gesù, perché dobbiamo saper apprezzare il suo dono, bisogna che sappiamo apprezzare la Messa, bisogna che facciamo bene la Comunione; il dono alla Chiesa, pregando per le vocazioni sacerdotali; il dono a tutti, volendo essere vera Chiesa che agisce, vera Chiesa che testimonia come il Signore ha così amato gli uomini, da dare a loro la speranza che la battaglia contro il male si risolverà sempre in vittoria.
CODICE | 84DIO01350N |
LUOGO E DATA | Sant’Ilario d’Enza, 19/04/1984 |
OCCASIONE | Omelia, Giovedì Santo |
DESTINATARIO | Comunità Parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | I tre doni dell’Ultima Cena: Eucaristia, Sacerdozio, Chiesa |
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