21/04/1974 - Omelia Giovedi Santo

Sant'Ilario d'Enza, 21/04/1974
Omelia, Giovedì Santo

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Es 12, 1-8. 11-14; Sal 115; 1Cor 11,23-26; Gv 13, 1-15

È una sera questa di profonda commozione, è una sera di intimità, di carità, di grande ringraziamento. È il ringraziamento più solenne per il dono più grande, perché il Signore ci ha dato i suoi meravigliosi doni, quei doni che sono insuperabili: ci ha dato il suo Corpo e il suo Sangue, per tutti, per la fame di tutte le generazioni, il suo Corpo e il suo Sangue che costituiscono la nuova alleanza, l’eterna alleanza, quel mistero di unione e di amore che intercorre tra Dio e l’uomo in Gesù.

Ci ha dato allora la Messa, che è il memoriale della sua morte e della sua resurrezione.

Ci ha dato il suo Corpo e il suo Sangue in cibo e bevanda, perché non venissimo a meno nelle nostre peregrinazioni, nelle nostre tristezze, nella difficoltà del nostro procedere.

Ci ha dato il sacerdozio come segno della sua presenza, come servizio umile e forte a tutta la Chiesa.

Ci ha dato il suo esempio di carità, la sua Parola di carità, il suo comando di essere un’unica cosa.

Vorrei che per queste tre cose in particolare noi pregassimo e noi ringraziassimo: che noi pregassimo perché possiamo capire sempre di più questo dono insuperabile della Messa, perché possiamo entrare con maggiore comprensione, soprattutto con grande amore nel mistero dell’Eucaristia, perché le nostre Messe siano partecipate con piena responsabilità, con grande consapevolezza, perché le nostre Comunioni segnino una graduale trasformazione nostra in Cristo Gesù.

Dobbiamo ringraziare per tutto quello che ha svolto nella Chiesa, particolarmente nella nostra comunità parrocchiale per mezzo del suo Corpo e del suo Sangue, per tutte le Comunioni che sono state fatte quest’anno, per tutte le Messe che sono celebrate, per tutto quello che si è svolto qui nella nostra Chiesa attorno al tabernacolo.

Poi pregare per i sacerdoti e nella Chiesa è un momento di travaglio per tanti sacerdoti, che sono in una crisi di identità, che alle volte non sanno bene qual è la loro precisa missione. Dobbiamo pregare perché tutti i sacerdoti siano santi, siano veramente coloro che servono il Signore, che siano veramente nella Chiesa di Dio coloro che portano l’amore del Cristo, umili ma autorevoli, generosi e vigilanti.

E dobbiamo ringraziare per l’opera che hanno svolto i sacerdoti nella Chiesa e nella nostra Parrocchia, perché attraverso il cuore del sacerdote il Signore diffonde tante sue grazie.

Dobbiamo pregare per l’unità di tutta la Chiesa, perché ci sentiamo veramente uniti come Gesù ci ha comandato di esserlo. Dobbiamo pregare perché nella Chiesa non vi siano divisioni, perché non vi siano scissure, perché nella Chiesa non si cerchino se non le cose che portano alla verità e alla carità, perché nella nostra Parrocchia possiamo essere sempre più uniti, sempre più caritatevoli, sempre più comprensivi, perché nella nostra Parrocchia cerchiamo tutti e cerchiamo unicamente la gloria del Signore, perché tutti possiamo cercare ciò che unisce e detestare ciò che divide.

E dobbiamo ringraziare per tutto quello che si è fatto e si fa nella Chiesa nell’ordine della carità.

Ognuno di noi si deve perciò proporre di essere come vuole il Signore, attenti a ciò che dice lo Spirito, pronti, forti, nella sicurezza che con lui, che con Gesù tutto è possibile. “Io posso tutto”, soggiungeva l’Apostolo, “in colui che mi è conforto” (Fil 4, 13). Il Signore è restato per esserci grande conforto, per esserci di grande aiuto, per esserci di molta forza.

Vogliamo così invocare per tutti noi un amore più ardente, una generosità più concreta, un’attuazione pronta di quanto il Signore desidera, domanda da ognuno di noi.

CODICE 74DAO01350N
LUOGO E DATA Sant'Ilario d'Enza, 21/04/1974
OCCASIONE Omelia, Giovedì Santo
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Messa Eucaristia Sacerdozi
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