Es 24, 3-8; Eb 9, 11-15; Mc 14, 12-16. 22-26
Celebriamo con gioia questa festa dell’Eucaristia, celebriamola perché, essendo Dio onnipotente, non ci poteva dare di più, perché ci ha dato se stesso. Essendo Dio sapiente, infinitamente sapiente, non ci poteva dare di meglio. Essendo Dio infinitamente buono, non ci poteva dare di più, perché nel Santissimo Sacramento non abbiamo solo la grazia del Signore, noi abbiamo lo stesso nostro Redentore, è lo stesso Gesù che è con noi, è lo stesso Gesù che è per noi, è lo stesso Gesù che è a disposizione di ogni anima. Il più grande dei miracoli avviene proprio ogni volta nella Messa, quando alle parole del sacerdote avviene la grande trasformazione: il pane non è più pane, il vino non è più vino, si compie il mirabile sacrificio. Notate: il Signore è con noi per essere la nostra gioia, ma il Signore viene a noi nel sacrificio e il suo corpo è sempre il corpo dato per noi, sacrificato per noi e il suo sangue è sparso per noi. Il Signore rinnova misteriosamente il sacrificio del Calvario, perché vuole applicare ad ognuna delle nostre anime i frutti di questo suo sacrificio. È dunque con un sentimento grande di riconoscenza che noi dobbiamo celebrare questa festa. È con un sentimento profondo di fede, per vedere oltre alle apparenze. È soprattutto in una grande contemplazione di amore, che dobbiamo ancora renderci conto di quanto è buono il Signore. La nostra difficoltà sta proprio nell’abituarci anche alle cose più prodigiose e alle cose più meravigliose, ci abituiamo, quasi che potessimo vedere come naturale ciò che invece è assolutamente eccezionale. Questo nostro pericolo ci porta allora a trattare con poca adorazione e con poca venerazione il Signore, a riceverlo con indifferenza, a fare poco conto della sua presenza. Ecco questa festa, che ci deve rinnovare nella nostra devozione eucaristica, che ci deve dare il senso vero delle cose, che ci deve adeguare a quella sensibilità che il cristiano assolutamente deve avere, se vuole essere partecipe di tanta ricchezza.
Accresciamoci dunque in questa devozione attraverso una meditazione più costante, più viva, più fervida, attraverso la nostra vera preparazione alla Comunione, attraverso una cura più frequente della nostra preghiera davanti al Santissimo Sacramento. Cresciamo, perché, se sappiamo crescere nella devozione, cresceremo nella virtù, cresceremo per il bene di tutta la Chiesa, perché l’Eucaristia è restata a centro della Chiesa, è restata per essere veramente il punto di convergenza di tutta la Chiesa. Dobbiamo pregare per la Chiesa, dobbiamo offrire per la Chiesa, ecco, facciamolo proprio prevalentemente in questa nostra viva unione con Gesù, che nell’Eucaristia è restato a nostra salvezza.
CODICE | 76FGO0133AN |
LUOGO E DATA | Sant'Ilario d'Enza, 17/06/1976 |
OCCASIONE | Omelia, Giovedì Solennità Corpus Domini – Anno B |
DESTINATARIO | Comunità parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | Eucaristia - sacrificio |
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