14/02/1974 - Omelia Giovedi V Ord

Sant’Ilario d’Enza 14/02/1974, giovedì V Ord
Omelia

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​ “Per questa tua parola, va'”.

Ecco l’insistenza nella preghiera che costituisce un grande valore.

Il Signore vuole una preghiera che martelli, una preghiera che faccia violenza. Dirà ancora: “Bussate e sarà aperto, chiedete e otterrete”. Porterà a noi l’esempio di un uomo importuno.

Perché Gesù ha sottolineato tanto questa insistenza come valore della preghiera? Forse che Dio è uno che dobbiamo piegare? È uno cui dobbiamo far cambiare opinione? Solo i pagani potrebbero pensare così.

Dio è infinitamente sapiente ed è infinitamente buono. L’insistenza della preghiera ha un valore perché ci pone in una disposizione adatta, perché è la ricerca, è la volontà di fede. “Credi – ha detto Gesù – tutto è possibile a chi crede. La tua fede ti ha fatto salvo, va' ”.

L’insistenza nella preghiera è dunque una scuola per noi, una scuola nella quale noi cresciamo nell’umiltà, nella quale noi cresciamo nella fiducia in Dio, in cui noi sentiamo la nostra viva dipendenza da Lui, riusciamo cioè a porre in noi delle condizioni precise per cui il Signore possa comunicarsi a noi. Perché il Signore non si comunica che agli umili: resiste, infatti ai superbi; il Signore vuole che non esageriamo nel confidare nelle nostre possibilità, vuole che noi sentiamo una grande verità, che tutto quello che noi siamo, che tutto quello che noi possiamo fare, che tutto quello che è dono ai fratelli viene da Lui. S. Paolo ci avverte nella sua lettera quando ci dice: “Ogni dono viene dal Signore”.

Guardiamoci bene da illuderci in un’altra maniera. È il senso profondo della dipendenza che genera la nostra vera posizione, cioè noi ci mettiamo al nostro giusto posto, sentiamo che Dio è Dio e sentiamo che noi siamo solo sue creature (il senso creaturale), che siamo suoi figli ma che prendono ogni loro dono, ogni loro capacità dall’amore del Padre.

Siamo invitati perciò questa sera ad accrescere la preghiera e la fiducia, ad accrescere nella preghiera e nella fiducia il nostro amore al Signore. “Una preghiera piena di umiltà penetra il cielo”, ci dice ancora la Scrittura.

E se non otteniamo è perché, mancandoci l’umiltà, cioè la verità, mancandoci la disponibilità, manchiamo di fede.

La fede non è allora una cosa che si improvvisa: una fede vera si conquista, si conquista vincendo il nostro egoismo e il nostro orgoglio, riflettendo su quanto il Signore ci dà e come noi dobbiamo essere dei buoni amministratori del suo dono.

Impegniamoci allora a fare una preghiera più umile, perché s’accresca fino in fondo la nostra fiducia e ci lasciamo così condurre dallo spirito di Gesù, perché si verifichi in noi ciò che è scritto del Signore: “Egli fu condotto dallo Spirito”.

CODICE 74BDO01334N
LUOGO E DATA Sant’Ilario d’Enza 14/02/1974, giovedì V Ord
OCCASIONE Omelia
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Il valore dell’insistenza nella preghiera
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