At 15, 7-21; Gv 15, 9-11
È un comando fondamentale: “Rimanete nel mio amore”. Rimanere nel suo amore che cosa vuol dire? Prima di tutto vuol dire prendere cognizione di questo amore, essere ben coscienti che lui ci ama. Avete sentito? Lo ha definito lui il suo amore, quando ha detto che è lo stesso amore trinitario: “Come il Padre ha amato me, così anch’io ho amato voi”. E’ dunque prendere coscienza che siamo amati in una maniera infinita, in una maniera che non conosce nessun limite, nessun ostacolo. Il Signore ci ama. Noi lo sappiamo che quello che ha fatto per tutti gli uomini Gesù lo ripeterebbe per ogni anima, per ognuno di noi, perché ognuno di noi è amato da Gesù come fosse unico, come fosse solo nel mondo, come se Gesù si dovesse interessare solo di noi. E allora vedere tutta la nostra vita cristiana in questo amore, di cui noi siamo l’oggetto fin prima che venisse creato il mondo. È un amore forte, è un amore che non si ferma davanti ai nostri peccati, alle nostre ingratitudini, di fronte al moltiplicarsi delle nostre sciocchezze. Il Signore ci ama. E cosa dobbiamo fare allora se non corrispondere al suo amore? “Le mie pecore ascoltano la mia voce”, dice il Signore, “io le conosco ed esse mi seguono”. Che cosa vuol dire osservare i comandamenti, se non capire che i comandamenti sono la voce dell’amore, che i comandamenti sono una esigenza dell’amore, che osservare i comandamenti per noi è rispondere amore al suo amore? Ecco, rimanere nel suo amore vuol dire allora porre tutta la confidenza, la sicurezza, la vivacità della nostra vita in questa corrispondenza di carità. Anche Gesù ha osservato i comandamenti del Padre. I comandamenti del Padre non sono delle imposizioni, i comandamenti del Padre sono nel circolo di una vita trinitaria infinitamente grande, infinitamente ricca, infinitamente bella.
Corrispondere all’amore di Gesù, osservando i comandamenti, è porre la vita allora nella gioia, è porre la vita nella sicurezza, è porre la vita in una bellezza unica, perché l’anima cresce, diventa bella, fiorisce cioè così nella luce di Dio. Questo, osserva ancora Gesù, ce lo ha detto perché noi siamo contenti, perché “la gioia mia sia in voi e la vostra gioia sia piena”.
Comprendiamo allora sempre di più, la Madonna va insistendo in questo mese di maggio nelle nostre anime proprio in questo ordine, che la vita bella è una vita piena, che una vita cristiana tirata via, che una vita cristiana mediocre, una vita fatua, falsa è la vita peggiore. Siamo cristiani in pienezza, siamo cristiani per essere veri seguaci di Gesù e vivere così nella sua vita, nel suo amore, nella sua gioia.
CODICE | 76ELO01364N |
LUOGO E DATA | Sant'Ilario d'Enza, 20/05/1976 |
OCCASIONE | Omelia, Giovedì V settimana Tempo Pasqua |
DESTINATARIO | Comunità parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | Rimanere nel suo amore |
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