Gn 1,26-2,3 (oppure Col 3,14-15. 17. 23-24); Mt 13,54-57.
Siamo chiamati a meditare su san Giuseppe e ad invocarlo perché è il patrono della Chiesa universale, perché ha dimostrato tanta santità e tanta sapienza, e nei trenta anni che è stato con Gesù ha accresciuto mirabilmente il suo grande patrimonio di virtù.
Lo invochiamo perché ci insegni il dovere quotidiano, umile, generoso, senza interruzioni e senza crisi. San Giuseppe ha saputo servire e ha saputo lavorare così giorno per giorno senza nessun segno, senza nessun clamore, contento solo di fare la volontà di Dio. È stato un grande santo e lo dobbiamo guardare in un momento prezioso qual è l’inizio del mese di maggio dove dobbiamo chiedere al Signore, per intercessione della Beata Vergine che rafforzi le nostre convinzioni, che non ci faccia solo parlare di comunione e di unione. Troppo facile parlarne solo!
La comunione è vera quando è praticata, quando è rinuncia al proprio orgoglio, quando è apertura grande verso gli altri, particolarmente verso coloro che hanno bisogno di noi, verso i malati, la solitudine dei vecchi, la stanchezza che troppe volte diventa una tentazione pericolosa.
Dobbiamo desiderare di dare a Dio il fervore del nostro cuore e la nostra opera quotidiana, perché dobbiamo ogni giorno fare delle cose che piacciano al Signore. Alle volte non piace al Signore l’intenzione, non piace al Signore la negligenza e quelle volte sono occasioni perdute. Noi dobbiamo desiderare di essere dei servi buoni e fedeli, dobbiamo desiderare e volere una generosità e bontà verso tutti, dobbiamo desiderare di impegnarci sempre di più per la costruzione del regno di Dio.
Oh! come dobbiamo desiderarlo che venga questo regno di Dio! Lo ripetiamo, ce lo ha insegnato Gesù tante volte: “Venga il tuo regno” (Mt 6,10). Cosa vuol dire il regno di Dio se non il trionfo della sua parola e della sua grazia? Per cui ci realizziamo anche noi come cristiani, come battezzati e vogliamo così manifestare in pienezza il nostro attaccamento alle ispirazioni che riceviamo e agli insegnamenti della Chiesa.
Proponiamoci allora di invocare spesso san Giuseppe, di invocarlo con molta persuasione, ricordando ciò che diceva santa Teresa d’Avila, «Teresa la grande», quando diceva: “Non ho mai chiesto una cosa a san Giuseppe senza ottenerla”. Ricorriamo a lui nei momenti più difficili, nei momenti di tentazione, nei momenti nei quali tradiremmo il regno di Dio. Invochiamolo e desideriamo essere pienamente sulla sua linea, la linea dell’amore, l’amore a Gesù, l’amore alla volontà del Padre. Ecco, san Giuseppe ci parla, san Giuseppe indubbiamente, invocato da noi, ci aiuta potentemente.
CODICE | 86E0O01364N |
LUOGO E DATA | Sant’Ilario d’Enza, 01/05/1986 |
OCCASIONE | Omelia, Giovedì V settimana Tempo Pasqua, San Giuseppe Lavoratore |
DESTINATARIO | Comunità Parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | S. Giuseppe: dovere quotidiano, obbedienza a Dio. Inizio mese maggio |
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