Gn 17,3-9; Gv 8,51-59
“Se uno osserva la mia parola non vedrà mai la morte”. Il segreto, allora, è delineato con chiarezza da Gesù: bisogna osservare e osservare sempre la sua parola. Cosa vuol dire osservare? Vuol dire tradurre, vuol dire che la verità che Lui comunica all’anima nostra noi dobbiamo sempre adorarla e tradurla. Adorarla perché è la sua parola, adorarla perché la parola di Dio è un tutto unico con la volontà di Dio; tradurla, nei nostri pensieri e nelle nostre espressioni di vita. Tradurla continuamente. Abbiamo bisogno di meditare molto su quello che Gesù dice e su quello che sottolinea il salmo 104: “Il Signore è fedele per sempre”. Lui è fedele, ma noi siamo fedeli? Fra una settimana termina la quaresima e i nostri propositi, come sono stati fedeli? O ancora una volta dobbiamo fare un fascio dei nostri propositi e buttarli via con vergogna perché non li abbiamo osservati e sono testimonianza contro di noi davanti al cospetto di Dio? È onestà essere fedeli a quello che si è detto! Dio è fedelissimo, ma noi abbiamo questa onestà fondamentale di modo che i nostri propositi vengono ad essere sofferti sì, perché nessun proposito si traduce senza sforzo, sofferti, ma realizzati e realizzati fino in fondo? Le nostre preghiere sono quelle che soprattutto dicono la nostra fedeltà, perché una preghiera vera è una ricerca, una preghiera fervorosa è un atto di amore, una preghiera responsabile è una preghiera che si innalza da noi nella coscienza di essere nella Chiesa responsabili degli altri. Io vorrei che soprattutto noi insistessimo sulla nostra preghiera, perché potessimo realizzare una maggiore comunione con il Signore e, come dicevamo, una lettura profonda del Crocefisso, della morte e della Resurrezione del Signore. Una preghiera migliore. Se potessimo vederle come le vede Dio, avremmo molta vergogna di come preghiamo, di come siamo svogliati, insulsi e superficiali. Abbiamo bisogno di imparare a pregare e a ripetere al Signore: “Insegnaci”; “Ricorda”, dice sempre il salmo 104, “ricorda la sua alleanza. Il Signore è fedele e la sua parola data vale per mille generazioni”. Chiediamo di potergli rispondere con umiltà ma con vera forza di amore, con vera disponibilità, per essere anche noi in quella esultanza della quale parla Gesù a proposito di Abramo: “Esultò nella speranza”. Anche noi possiamo così esultare nella speranza di poterlo vedere sempre, ogni giorno nella fede, per contemplarlo nel Paradiso.
CODICE | 80CSQ01344N |
LUOGO E DATA | Sant’Ilario d’Enza, 27-03-1980 |
OCCASIONE | Omelia, Giovedì V settimana Tempo di Quaresima |
DESTINATARIO | Comunità parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI |
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