21/02/1974 - Omelia Giovedi VI Ord

Sant'Ilario d'Enza, 21/02/1974
Omelia, Giovedì VI settimana Tempo Ordinario

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Gc 2, 1-9; Mc 8, 27-33

Dunque Pietro è chiamato con un nome molto duro da Gesù, col nome di Satana: “Lungi da me, Satana”. Perché dà questo titolo al discepolo da lui amato e da lui costituito capo della Chiesa? Perché san Pietro, che non aveva ancora operata la sua conversione, era sconvolto dall’idea che Gesù dovesse incontrare l’umiliazione terribile della croce, l’umiliazione di una sofferenza, la tragedia della morte. Pietro amava Gesù e voleva per lui ogni bene, ogni gioia, ogni trionfo, per questo s’addolora profondamente ed è in un’angoscia che non cesserà di sussistere, che lo porterà a dei gesti inconsulti come nell’Orto degli ulivi. Pietro non aveva ancora capito che Gesù doveva, sì, entrare nella gloria, in una gloria senza fine, in una gloria magnifica, ma doveva entrarci attraverso la croce.

È la cosa che dobbiamo imparare anche per noi, che ci gloriamo di essere seguaci di Gesù Cristo. Quando con il Battesimo siamo diventati una sola cosa con lui, con lui abbiamo la stessa sorte, lo stesso modo di realizzarci. Ogni battezzato ha davanti un’unica strada ed è la strada del suo Signore, un’unica strada ed è la strada che porta il nome della Quaresima, quella Quaresima che termina col Venerdì Santo ed ha il suo coronamento nella Domenica della Risurrezione.

Il prossimo giovedì siamo in Quaresima. Questa settimana allora noi dobbiamo usarla per prepararci alla Quaresima, perché la nostra Quaresima sia veramente un tempo di salvezza, un tempo di propiziazione, un tempo di meraviglioso rinnovamento. Noi dobbiamo cioè disporre l’anima proprio così, nel meditare su ciò che ha fatto Cristo, sulla linea della vita di Cristo. Ecco perché non guarderemo con terrore, non guarderemo con noia, non guarderemo con stanchezza al tempo della Quaresima, perché dobbiamo nella Quaresima operare la nostra conversione e la conversione non è nell’esteriorità, non è in determinate forme. La conversione profonda è proprio nell’intimo del nostro cuore, cioè dobbiamo guardare le cose in una maniera diversa, non guardarle più come le guardava Pietro in questo episodio, ma guardarle come le guardava Gesù, perché anche a noi non succeda il rimprovero, perché per noi non si verifichi che un’altra grazia di Dio passi invano.

Prepariamoci bene alla Quaresima con umiltà, con desiderio grande! Prepariamoci vedendo come la nostra vita deve essere simile a Gesù, guardando alla Quaresima come un tempo di particolarissime grazie: molto desiderio, molta disponibilità, molta prontezza. Prepariamo nella Quaresima il tempo della nostra preghiera e di un ascolto più intenso della Parola di Dio. Guardiamo alla Quaresima come un tempo di purificazione, guardiamo alla Quaresima come il tempo dunque della nostra conversione verso Dio e della nostra riconciliazione coi fratelli e, vivendo così questa ricchezza di sentimenti, noi sentiremo meglio la presenza del Signore tra di noi, particolarmente la sua presenza nella Parola e la sua presenza nei sacramenti.

CODICE 74BMO01335N
LUOGO E DATA Sant'Ilario d'Enza, 21/02/1974
OCCASIONE Omelia, Giovedì VI settimana Tempo Ordinario
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI La via della croce: preparazione alla Quaresima
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  • “È evidente come Don Pietro abbia vissuto il suo sacerdozio
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