17/02/1977 - Omelia Giovedi VI Ord

Sant’Ilario d’Enza, 17/02/1977
Omelia, Giovedì VI settimana Tempo Ordinario

Gn 9, 1-13; Mc 8, 27-33

Bisogna pensare secondo Dio, non secondo gli uomini.

Qual è il pensiero di Dio?

Il pensiero e la volontà di Dio sono stati che la redenzione si doveva compiere nella morte del suo Figlio e avrebbe avuto il suo completamento nell’unione, che tutti i cristiani devono avere, con il loro capo, Gesù.

La redenzione ha per oggetto tutti gli uomini e dev’essere operata in unione a Cristo da tutti gli uomini di buona volontà.

Sta qui il significato di quella che chiamiamo riparazione. Questo giovedì è consacrato alla riparazione dei peccati, che non è il ritirarsi in disparte con Gesù e fare un discorso triste e malinconico, è piuttosto unirsi a Gesù e voler salvare il mondo, perché Iddio ci ha incaricati di salvare. Iddio ci considera un’unica famiglia: è troppo giusto che allora sentiamo pesare sulle nostre spalle anche i peccati degli altri, tutti i peccati, tutti quei peccati che, allontanando l’uomo da Dio, attirano i castighi di lui.

Quanti peccati! Il mondo è pieno di peccati, dai peccati più orribili, dai peccati di sconsacrazione di tutto ciò che Dio ha fatto nella sua creazione e nella sua redenzione, ai nostri peccati d’indifferenza, di freddezza, di negligenza.

Dobbiamo sentire il bisogno di riparare e come possiamo riparare se non offrendo, particolarmente nella Messa, al Padre il sangue di Gesù, che ci ha redento, i suoi dolori e accettare la parte nostra?

Volere la parte nostra, quella parte di preghiera, di sacrificio, d’impegno che sentiamo di dover dare nella nostra coscienza.

Riparare deve costare.

Avete sentito S. Pietro, letteralmente scandalizzato, si mette a rimproverare Gesù, ma Gesù lo chiama con un nome col quale non ha chiamato nessuno, gli dice satana, perché i suoi intendimenti umani vanno direttamente contro la gloria di Dio e il bene delle anime; si pone come tentatore di Gesù, per allontanarlo dal suo sacrificio supremo.

Allora è chiara la strada: noi dobbiamo pagare per il peccato. Il peccato non si sconta che con qualche cosa che ci impegna e ci fa soffrire, particolarmente con la preghiera, la preghiera di supplica, la preghiera d’invocazione e con i nostri sacrifici, soprattutto con quei sacrifici che ci costano di più, quei sacrifici che, se Dio li chiede, sa perché li chiede.

Dovremmo avere un senso profondo di fede, quando le cose non vanno come vogliamo noi: “Ti ringrazio, Signore mio Dio, perché le cose non vanno a modo mio”. Sentire che, se Dio ci domanda un sacrificio, è per il nostro bene, è per il bene di tutti.

Questo impegno dobbiamo ricordarlo forte e offrirci a Dio generosamente: è quello che la logica della redenzione porta, è quello che la Madonna ci ha ricordato nei suoi messaggi, è quello che dobbiamo proporci, perché lo spirito di penitenza per noi e per il mondo è l’unica strada di salvezza.

CODICE 77BGO013351
LUOGO E DATA Sant’Ilario d’Enza, 17/02/1977
OCCASIONE Omelia, Giovedì VI settimana Tempo Ordinario
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Uniti a Gesù per la salvezza del mondo, riparazione
Condividi su
MOVIMENTO FAMILIARIS CONSORTIO
Via Franchetti, 2
42020 Borzano
Reggio Emilia
Tel: + 39 347 3272616
Email: info@familiarisconsortio.org
Website: familiarisconsortio.org
  • “È evidente come Don Pietro abbia vissuto il suo sacerdozio
    tra la vita delle persone, condividendo tutto. 
    In fondo, forse, è il segreto più prezioso che ci ha svelato.”
    Umberto Roversi

© 2022 Movimento Familiaris Consortio | Via Franchetti, 2 42020 Borzano (RE) | info@familiarisconsortio.org |Privacy Policy | COOKIE POLICY | SITEMAPCREDITS