15/02/1979 - Omelia Giovedi VI Ord

Sant’Ilario d’Enza 15/02/1979
Omelia, Giovedì VI settimana Tempo Ordinario

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“Tu sei il Cristo”.

E’ nella fede che conosciamo Gesù come il salvatore mandato da Dio, che si può iniziare la vita nuova.

Nella prima lettura abbiamo visto con Noè ricominciare di nuovo la creazione: moltiplicatevi, siate fecondi, riempite la terra, come era stato detto ad Adamo.

Ecco, la nuova generazione dei figli di Dio parte proprio dal fondamento della fede per attuare in Cristo una realtà nuova.

I cristiani devono essere nuovi, perché devono buttare via tutto quel lievito di malizia di cui parla la Scrittura, cioè buttare via quello che non viene dal Signore, ma è infiltrazione del maligno.

Il cristiano dev’essere nuovo. Pietro si scandalizza del discorso di Gesù, perché sembrava solo un discorso di sofferenza e di morte, la sua fede era ancora molto debole. Il cristiano non si deve spaventare nell’andare insieme con Cristo, perché il travaglio della creazione indubbiamente richiede sofferenza e ogni cristiano per il suo stesso Battesimo partecipa alla morte di Gesù. Ma è solo un momento e il secondo momento è il momento della risurrezione.

Voi ricordate una parola di Gesù: “Ti ringrazio, Padre, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli” e dice il vangelo di Luca che Gesù, in quel momento, esultò di gioia nello Spirito Santo. Ecco, Gesù ringrazia il Padre per questo fiorire di vita dei piccoli, cioè di coloro che lo seguono nell’umiltà e nella semplicità. Ed esulta Gesù, esulta perché la sua via ha un terminale ben preciso ed è un terminale che dà la gioia. Non si sentono le spine quando si cammina per una grande meta, non si sentono.

Solo i vili, solo gli stanchi egoisti misurano quello che il Signore domanda e tengono il cuore molto gretto, tengono il cuore molto chiuso.

Chi segue Gesù deve aprire il cuore all’entusiasmo forte e vigoroso, perché la sua amicizia è un’amicizia di gioia, perché la sua amicizia è un’amicizia che condivide tutto. E’ Lui che ci sorregge sulla strada, è Lui che ci guida per il cammino, è Lui che in ogni momento è vicino a noi, molto vicino a noi.

Ed è in questa amicizia, in questa vicinanza di Lui, di Lui Figlio di Dio (“tu sei il Cristo”) che sta tutta la nostra fortezza e tutta la nostra speranza.

Perciò il nostro pensiero di meditazione resti così: la via del Signore è una nuova creazione, magnifica e grande, bisogna accoglierla con l’anima aperta senza badare ai piccoli fastidi e alle tentazioni noiose, bisogna andare avanti con un cuore aperto, con un cuore grande, con un cuore che sa di essere col Signore in ogni momento per potere svolgere la propria missione come l’ha svolta Gesù, per potergli dare sempre testimonianza.

CODICE 79BEO01334N
LUOGO E DATA Sant’Ilario d’Enza 15/02/1979
OCCASIONE Omelia, Giovedì VI settimana Tempo Ordinario
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Il cristiano dev’essere nuovo
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  • “È evidente come Don Pietro abbia vissuto il suo sacerdozio
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