08/05/1986 - Omelia Giovedi VI Pasqua

Sant’Ilario d’Enza, 08/05/1986
Omelia, Giovedì VI settimana Tempo Pasqua

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At 18, 1-8; Gv 16, 16-20.

“Un po’ ancora e mi vedrete”. La vita per un cristiano è qui, nel «un po’ ancora», perché il cristiano è fatto per il Paradiso, non è fatto per la terra.

Dio ci ha creati per conoscerlo, amarlo e servirlo e goderlo poi nell’eternità. Siamo fatti per il Paradiso e dobbiamo veramente vergognarci se pensiamo solo alla terra, pensiamo solo ai beni terreni e le nostre aspirazioni, e le nostre speranze si fermano lì.

Il cristiano che sa di essere fatto per il Paradiso capisce allora le otto Beatitudini. Le capisce. Capisce perché deve essere distaccato dal cuore terreno e possedere un cuore che non s’accontenta delle gioie di quaggiù ma tende incessantemente, tende con tutte le forze ai beni eterni. Capisce perché in questo mondo deve avere la sua parte di travaglio e di sofferenza. Capisce perché certe cose non sono ingiustizie ma sono piuttosto delle misericordie.

Il Paradiso è una realtà, c’è veramente in tutto il suo splendore. E noi dobbiamo assecondare lo Spirito Santo che vuol formare in noi Gesù Cristo e vuole così condurci lassù perché ci unisce già al Corpo Mistico, ci unisce già in modo meraviglioso e misterioso. Ci vuole condurre. Ecco perché dobbiamo rimeditare i nostri centri di interesse. E facilmente troveremo qualche cosa da correggere perché i nostri centri d’interesse sono troppo materiali e contingenti.

Diceva san Paolo: “Ho desiderio di essere sciolto dai legami della terra e possedere Cristo” (cfr. Fil 1, 23). Noi guardiamo alla morte troppe volte come la guardano quelli che non hanno fede. Ma la morte è una porta che si apre per tutti gli amici del Signore. È una porta che ci introduce in una felicità eterna.

Abbiamo sempre una grande fede, abbiamo sempre una grande sensibilità. Tendiamo ad essere come Cristo per essere con Cristo. Cerchiamo di ricopiare le virtù di Gesù, le sue grandi virtù: la sua bontà, la sua umiltà, la sua pazienza, per potere anche noi partecipare di quello che lui ha promesso: “Ancora un po’ e mi vedrete… Voi piangerete e vi rattristerete, ma il mondo si rallegrerà” (cfr Gv 16,19-20). Nessuna paura allora, nessuna tristezza. Puntiamo sempre costantemente al possesso della grazia di Dio perché la nostra grazia si cambierà certamente in gloriae quanto più saremo cresciuti in grazia tanto di più avremo la gloria.

CODICE 86E7O01365N
LUOGO E DATA Sant’Ilario d’Enza, 08/05/1986
OCCASIONE Omelia, Giovedì VI settimana Tempo Pasqua
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Beatitudini; Paradiso; essere come Cristo
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